Clemente Rebora (1885-1957), 28 novembre 1955
Inerte e informe giaccio con me stesso.
Mentre Gesł all'universo intende,
pensier ha pur di me confitto in letto;
e muove e tempo e gente, onde fedele
con l'Ostia amante giunge nel mio petto:
-Ricordi me !- esclamo con Daniele
allor che nella fossa vide cena.
Quasi a risveglio qualcosa in me vuole:
Mamma di paradiso mi raccoglie,
mi eleva al cuor del Figlio che m'incendia
e al trinitario Focolar rapisce
in seno all'infinito amor del Padre.
Poi rimango io, con la salma in terra:
afferrato da Lui: non l'afferro .