Causa di
beatificazione in corso :
n. Monte San Savino
(Arezzo), 14 settembre 1862
m. Roma, 7 ottobre 1928
(
Da :
santiebeati.it, il
4-7-11 alle 0,16 )
Servo di Dio
Giulio Salvadori
Docente Universitario
Un esempio fulgido delle
possibilità di
evangelizzazione in ogni
campo, da parte dei laici;
opera messa in luce dal
Concilio Vaticano II, con il
Decreto sull’Apostolato
laico.
Giulio Salvadori nacque a
Monte San Savino (Arezzo) il
14 settembre 1862, quarto
dei sette figli di Bernardo
Salvadori ed Elisa Nenci.
Quando Giulio aveva 13 anni,
l’agiata famiglia si
trasferì a Roma, per dare
maggiori possibilità di
studio ai figli e qui Giulio
frequentò il liceo “Ennio
Quirino Visconti”, rivelando
un’inclinazione agli studi
letterari; si pensi che a
soli 15 anni nel 1877, venne
pubblicata una sua “Ode a
Dio” sulla prestigiosa
‘Rivista romana di scienze e
lettere’.
Ma come spesso accade, la
frequentazione sui banchi
universitari di Roma, col
futuro eroe
dell’irredentismo di Trieste
Guglielmo Oberdan,
l’incontro e l’amicizia con
Gabriele D’Annunzio, la
lettura delle “Odi barbare”
di Giosuè Carducci,
l’adesione a movimenti
letterari d’avanguardia,
furono concause del suo
allontanamento dalla
religione e l’avvicinarsi
all’anticlericalismo e allo
scientismo, tipico di quasi
tutti gli intellettuali
dell’epoca.
Lo ‘sbandamento giovanile’
durò dal 1880 al 1884; per
un breve periodo si trasferì
ad Ascoli Piceno come
insegnante del locale liceo;
dove conobbe una giovane
signora, della quale
s’innamorò perdutamente.
Ma la sua sensibilità
d’animo ebbe il sopravvento,
portandolo ad una crisi di
coscienza per quell’amore
illecito, che si risolse con
il suo ritrovare
improvvisamente la fede, il
Venerdì Santo del 1885. Dopo
di ciò ritornò a Roma,
terminando gli studi
universitari e ottenendo un
posto d’insegnante al
Ginnasio di Albano Laziale
(Roma) dove rimase fino al
1890, poi insegnò in due
licei romani e conseguendo
nel 1895 la libera docenza
in Letteratura Italiana,
presso l’Università di Roma.
Per cinque anni non riuscì
ad avere nessun incarico,
nell’Italia di quel periodo
fortemente anticlericale,
perché Giulio Salvadori era
dichiaratamente un cattolico
praticante. Nel 1900 ebbe la
cattedra di Stilistica, che
per le pressioni della
Massoneria sulle autorità
scolastiche, gli venne
revocata dieci anni dopo.
Dopo sette anni, nel 1917
gli fu rinnovato l’incarico
nella stessa Università di
Roma che tenne fino al 1922.
Poi finalmente ebbe un
riconoscimento della sua
cultura e capacità; nel 1923
padre Agostino Gemelli il
fondatore dell’Università
Cattolica del Sacro Cuore di
Milano, gli offrì la
cattedra di Lingua e
Letteratura Italiana, di cui
fu il primo docente e nel
contempo la presidenza della
Facoltà di Lettere e
Filosofia; a questi gravosi
ma prestigiosi incarichi,
fecero seguito
l’assegnazione della
Cattedra Dantesca e
l’insegnamento nell’Istituto
Superiore di Magistero, che
dipendeva dalla medesima
Università Cattolica,
suddiviso in due Sezioni a
Milano ed a Castelnuovo
Fogliano (Piacenza).
Non si sposò e visse sempre
modestamente, tutto dedito
alle opere di carità ed agli
studi; alla sua scuola si
formarono personalità di
spicco dell’Italia
cattolica, come Fanfani,
Tecchi, Bontadini, Vian, il
cardinale Pellegrino ed il
cardinale Giovanni Colombo,
divenuti poi arcivescovi di
Torino e di Milano.
Ebbe numerosi riconoscimenti
per la sua opera di poeta e
di critico letterario; amico
come già detto di Gabriele
D’Annunzio, se ne distaccò
culturalmente, dopo il suo
ritorno alla fede; ambedue
inseguivano le bellezze
nella vita e nell’arte, ma
Giulio Salvadori a
differenza di D’Annunzio, le
trovò solo nel seguire
Cristo, vera bellezza eterna
e vivificante.
Fu sempre compiaciuto
d’insegnare il catechismo ai
fanciulli del popolo ed a
collaborare con tante
iniziative sociali e
caritative, come l’Opera
Nazionale per gli Orfani di
Guerra, la ‘Società di S.
Girolamo’ per la diffusione
del Vangelo e per la musica
religiosa popolare,
l’”Unione per il bene”, la
redazione del periodico
“L’ora presente”.
Lo stesso papa san Pio X,
gli affidò la revisione
linguistica del ‘Catechismo
della Dottrina cristiana’,
che fu reso obbligatorio in
tutte le diocesi italiane.
Fu Terziario Francescano dal
4 agosto 1893, prodigandosi
al servizio dei poveri e dei
sofferenti, e come uomo di
cultura si adoperò per
mantenere uniti alla Chiesa
tanti intellettuali, che in
preda alla crisi modernista
si erano allontanati; a loro
in particolare egli faceva
comprendere che la grande
civiltà dell’Italia e
dell’Europa ha le sue
origini nei valori
cristiani, come lo
dimostrano le grandi figure
di santi, le riforme, le
dottrine dei secoli scorsi e
invece lo smarrimento di
queste radici cristiane
porta, come profeticamente
scrisse, ad “un mondo di
violenza e di
sopraffazione”.
La sua vena poetica, la sua
sensibilità per le cose
semplici e naturali, l’amore
per Dio creatore, gli fecero
scrivere tante opere
letterarie e poesie; da una
di esse “Dove sei tu?” è
tratta la bellissima strofa
seguente:
“Spirito onnipotente, dove
sei tu?
Nel lampo, nel fulmine non
sei:
nel paziente grano del campo
t’adoran gli occhi miei.”
Nell’ottobre 1928 partì da
Milano per Roma, dove doveva
presiedere la sessione
autunnale degli esami di
maturità nel liceo “Mamiani”,
ma la morte lo colse
improvvisamente nella sua
antica casa di famiglia, a
66 anni, il 7 ottobre 1928.
Venne sepolto nella Basilica
di S. Maria Ara Coeli.
La bibliografia che lo
riguarda è notevole, indice
dello spessore morale,
spirituale e professionale
di Giulio Salvadori, che si
spera venga al più presto
elevato agli onori degli
altari, come il suo
contemporaneo medico e laico
s. Giuseppe Moscati
(1880-1927), l’avvocato
laico beato Giuseppe Tovini
(1841-1897) e tanti altri
avviati come lui sulla
strada della beatificazione,
per il loro impegno totale
al servizio di Dio, della
Chiesa, della Società e dei
fratelli, ognuno nel proprio
campo professionale e
condizione sociale.