Esorto tutti quanti a voler bene al proprio paese, alla propria
gente, più del danaro, più del potere, più di ogni altra
ambizione dopo i diritti di Dio e del prossimo (che son tutta la
Legge, cioè tutta la Religione).
Vogliate
bene al proprio Paese, perché esso rappresenta la libertà di
essere e di lavorare in casa propria, tra quelli della propria
famiglia, del proprio villaggio.
Perché il proprio paese è la casa e la famiglia che ci ha dato
Dio stesso, onde vivessimo più facilmente in pace e in buona
compagnia, per il bene nostro e di tutti gli uomini del mondo,
animati dalla fiamma del progresso che spesso coincide col
semplice ben pensare e ben vivere.
Perché il proprio paese è una fonte universale di bellezza, anzi
forse è la più grande fonte universale di bellezza: raccolto
com’è intorno ai suoi campanili e monumenti che s’elevano al
sereno del cielo, rappresenta nella parte migliore, il più
eclatante e riuscito tentativo degli uomini, di elevarsi verso
la nobiltà; onde le campane suonano dall’alto sempre, almeno ad
ogni ora; ma specialmente suonano quando qualcuno o molti son
rimasti indietro o possono aver dimenticato Dio, nella fatica di
camminare verso l’altitudine del cielo.
Perché il proprio paese è l’operosità cittadina e campagnola, è
il benessere generale, è il respiro della natura, è la scienza,
è la genialità delle opere umane frutto di audacia e di
sacrificio, è l’economia che dà da vivere e da prosperare, è il
diritto che regola la convivenza e garantisce il volto benefico
delle istituzioni, è lo Stato che quando agisce bene, trasforma
la volontà collettiva in servizio decoroso e pubblico, ammirato
dal mondo intero.
Perché il proprio paese è, più
facilmente che altri luoghi, la libertà
di vivere facendo del bene, e di morire nella grazia di Dio;
infatti è l’esercizio di questa libertà, l’insegnamento
principale dei nostri padri; è questo esercizio l’insegnamento
principale di Gesù Risorto; è questo esercizio l’eredità
fondamentale da vivere e da tramandare, che ci rende creature
pasquali, cioè credenti nel Risorto e capaci di risorgere oggi
dagli errori e domani dalla morte.
Perché il proprio paese è la possibilità di diventare sani se
malati nel corpo e nello spirito, di diventare ricchi se poveri,
dotti se ignoranti, buoni se cattivi, forti se deboli.
Oh il proprio paese in salute, è tutta una libertà e
possibilità; tutta una bellezza che risplende illuminando il
passato, il presente e il futuro.
Ricordiamoci dunque, che questo paese si chiama Italia; ricordiamoci, o amici
o nemici o indifferenti che potete essere, che l’Italia è anche
la Toscana, che l’Italia ha nella Toscana una parte importante
del suo cuore, con le signorili colline, le gentili montagne,
l’arte e la lingua nazionale, la grande cultura, la fede
universale, così tanto bene e tanto eloquentemente espressa
nelle forme artistiche, a beneficio non solo nostro, cioè
italiano, ma per il benessere privato e pubblico del mondo
intero.
Tutti
pertanto, hanno il dovere di custodire e tramandare questo
splendore; nessuno ha il diritto di dimenticarlo, sminuirlo,
svenderlo, consegnarlo a chi potrebbe non amministrarlo al
meglio, anche parzialmente, anche per errore, anche per un
attimo nello spazio ristretto di una Azienda. Il buon senso ci
chiede di conservarlo e tramandarlo con ogni attenzione, ce lo
chiedono il grande numero delle generazioni a venire e Dio
stesso, il Creatore, per il bene nostro e del mondo.
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FINE