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Carissi
davvero, constatate con me, che sono tanti i ricordi che ci affiorano alla mente, oggi:
v'è la consapevolezza dello studio della selvicoltura e dell'agricoltura, che avendo per oggetto l'indagine della natura e delle produzioni che da esse mirabilmente discendono, ci ha reso (e ci rende tuttora) più pratici e autentici oltre che più dotti e meno astratti, rispetto ai cultori di altre discipline;
v'è il ricordo delle ore liete passate insieme a studiare o a giocare, a visitare i boschi e le fattorie; v'è il ricordo che il tempo ha reso simpatico, di qualche disavventura, litigio, persino scherzatura pesante, che alcuni direbbero oggi, da bulli o addirittura da deprecabili nonni.
Tuttavia il senso del nostro esserci ritrovati, non può essere un semplice ricordare, una nostalgia effimera di ciò che è stato, sebbene nostalgia di cose belle e buone. Deve esserci in tale senso, qualcosa di più stabile e utile. Che cosa dunque? La risposta è la seguente:
Il senso del nostro esserci ritrovati sta nel valore beneaugurante e profetico dell'amicizia.
Però l'amicizia è cosa beneaugurante e profetica perché recupera il meglio del passato personale e collettivo, per confermare il presente e fomentare il coraggio, la fiducia e la speranza del futuro.
Data ad Arezzo, il 1° dicembre dell'anno 1999
FINE