3. LETTERA AL PROPOSTO DI CASOLE E A JACOPO DI MANCIO DAL DETTO LUOGO

(Santa Caterina da Siena : Siena 1347- Roma 1380)

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Riassunto : la anima vostra sta in stato di dannazione, stando in odio col prossimo suo : perciò abiate odio e dispiacimento del peccato mortale e dell'offesa fatta al vostro Creatore (e odiare la parte sensitiva, legge perversa che sempre vuole ribellare a Dio), e odio e dispiacimento dell'odio che avete col prossimo vostro, però che l'odio del prossimo non è altro che offesa di Dio (s'intende: perché il prossimo è immagine di Dio) .

 

 

 

TESTO

 

 

 

                Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

 

                Carissimi padri e fratelli in Cristo dolce Gesù, io Caterina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi seguitare l'Agnello isvenato per noi in su el legno de la santissima croce, el quale fu nostra pace e tramezzatore però che intrò in mezzo tra Dio e l'uomo, e de la grande guerra fece la grandissima pace, non raguardando a le nostre iniquitadi, ma raguardando a la inestimabile bontà sua.

 

                Voi dunque, membri e schiavi ricomprati di così prezioso e glorioso sangue, dovete seguitare le vestigie sue: bene vedete che la prima dolce Verità s'è fatta regola e via. Così dice egli: {Ego sum via, veritas et vita}{Gv14/6}. Egli è quella via di tanta dolcezza e di tanto lume che colui che la seguita non cade in tenebre; e noi ignoranti, miseri miserabili, sempre ci partiamo da la via de la luce e andiamo per la via de la tenebre, dove è morte perpetua. Unde, carissimi padri e fratelli, io non voglio che facciamo più così; ma voglio che seguitiate la via dell'Agnello isvenato con tanto fuoco d'amore.

 

                Già abiamo detto che egli si fece tramezzatore a fare pace tra Dio e l'uomo; e però questa è dunque la via che io voglio che seguitiate, cioè che voi medesimi siate mezzo fra voi e Dio - cioè tra la parte sensitiva e la ragione -, cacciando l'odio per l'odio, e l'amore per l'amore: cioè che abiate odio e dispiacimento del peccato mortale e dell'offesa fatta al vostro Creatore (e odiare la parte sensitiva, legge perversa che sempre vuole ribellare a Dio), e odio e dispiacimento dell'odio che avete col prossimo vostro, però che l'odio del prossimo non è altro che offesa di Dio.

 

                Unde più doviamo odiare che noi odiamo perché se ne offende la prima Verità - ché non dobiamo odiare i nemici nostri che ci fanno ingiuria -; e debbolo avere, questo odio, inverso di me, però che colui che sta in odio mortale odia più sé che il suo nemico. Unde voi sapete che tanto è maggiore l'odio quanto è maggiore la cosa che è offesa; e però maggiore odio à colui che è offeso ne la persona che colui che è offeso in parole o nell'avere, però che veruna cosa è che sia tenuta tanto cara quanto la vita: e però l'uomo s'areca a maggiore ingiuria l'essere offeso ne la persona, e concepe più odio. Or pensate dunque voi che non è comparazione da l'offesa che è fatta ad alcuno per la creatura a quella che si fa esso medesimo. Che comparazione si fa da la cosa finita a la infinita? non veruna. Unde se io so' offeso nel corpo, e io viva in odio per l'offesa che m'è fatta, seguita che io offendo l'anima mia e uccidola, tollendole la vita de la grazia e dandole la morte eternale, se la morte gli viene nel tempo dell'odio: che non n'è sicuro.

 

                Adunque io debbo avere maggiore odio verso di me che uccido l'anima, che è infinita - però che non finisce mai quanto ad essere -: però che, perché finisca a grazia, non finisce ad essere, che verso di colui che m'uccide el corpo, che è cosa finita, però che o per uno modo o per un altro a finire à: egli è cosa corruttibile e che non dura la verdura sua; ma tanto si conserva e vale, quanto el tesoro dell'anima v'è dentro. Or che è egli a vedere quando la pietra preziosa n'è fuore? è uno sacco pieno di sterco, cibo di morte e cibo di vermini. Adunque io non voglio che per questa ingiuria che è fatta contra a questo corpo finito - ed è tanto vile -, che voi offendiate Dio e l'anima vostra che è infinita, stando in odio e in rancore.

 

                Avete dunque materia di concepere maggiore odio inverso di voi che inverso di loro; e a questo modo cacciarete l'odio con l'odio, però che con l'odio di voi cacciarete l'odio del prossimo, gittarete uno colpo e satisfarete a Dio e al prossimo: però che levando l'odio dall'anima vostra voi fate pace con Dio e fate pace col prossimo. Adunque vedete, fratelli carissimi, che a questo modo voi seguitarete l'Agnello che v'è via e regola; la quale tenendo, vi conduce a porto di salute.

 

                Questo Agnello fu quello mezzo che in su la croce satisfece a la ingiuria del Padre, e a noi diede la vita de la grazia; e de la grande guerra si fece la grandissima pace, solo per questo mezzo. Levasi questo dolce Agnello con odio de la colpa commessa per l'uomo, e de la ingiuria che è fatta al Padre per l'offesa fatta; e piglia questa offesa e fanne vendetta sopra a sé medesimo, e non la punisce sopra colui che à offeso, ma puniscela sopra a sé medesimo, el quale non contrasse mai veleno di peccato. Tutto questo à fatto l'odio e

l'amore: amore di virtù e odio del peccato mortale. Or dietro a questa regola dovete tenere voi.

 

                Voi sapete che per gli molti peccati mortali siamo in odio e in dispiacere di Dio: fatta è la guerra con lui. Ma è vero che, poi che questo Agnello ci dié el sangue, noi potiamo fare questa pace, unde se ogni dì cadessimo in guerra, ogni dì potiamo fare la pace, ma con modo, ché senza modo non si farebbe mai. Questo è il modo a participare el sangue di Cristo crocifisso: di levarsi con odio e amore, e ponersi per obiecto l'obbrobrio, le pene e 'l vituperio, e' flagelli e la morte di Cristo crocifisso, pensando che noi siamo coloro che l'abiamo morto; e ogni di l'uccidiamo peccando mortalmente: però che non è morto per le sue colpe, ma per le nostre.

 

                Allora l'anima conceperà questo perfettissimo odio verso la colpa sua, come detto abiamo, el quale odio spegnarà el veleno del peccato mortale; e non vorrà fare vendetta del prossimo, anco l'amarà come sé medesimo, e cercarà pure in che modo egli possa punire le colpe sue. E la ingiuria che gli è fatta da la creatura non la pigliarà in quanto fatta da creatura, ma pensarà che 'l Creatore permetta quella ingiuria o per gli peccati presenti, o per gli peccati suoi passati; unde non se la recarà a ingiuria, ma parragli, come egli è, che Dio gli l'abbi permesso per grande misericordia, volendo più tosto punire i suoi defetti in questo tempo finito che serbargli a punire nel tempo infinito, dove è pena senza alcuna misericordia.

 

                Or questo è dunque el modo, e pensate che non c'è altra via; ma ogni altra via ci conduce a morte, eccetto che questa. In questa via di Cristo dolce Gesù non ci può stare morte, ma tolleci la morte; non fame, però che ci à perfetta sazietà: però che egli c'è Dio e uomo. Ella è via secura, che non teme de' nemici, e non teme demonia né uomini; ma quelli che vanno per essa sono fermi, e dicono col dolce innamorato di Paulo: «se Dio è per noi, chi sarà contra noi?» {Rm8/31} E voi sapete bene che se voi non sete contra a voi

medesimi, stando ne le miserie de' peccati mortali, che Dio non sarà mai contra voi, ma sempre vi terrà in sé con misericordia e con benignità.

 

                Per l'amore dunque di Cristo crocifisso none schifate più la via, né fuggite la regola che v'è data per lo vostro capo Cristo crocifisso, dolce e buono Gesù; ma levatevi su virilmente e non aspettate el tempo, però che 'l tempo non aspetta voi, però che noi siamo pur mortali: doviamo morire, e non sappiamo quando. E' vero che senza la guida non potreste andare, e però la guida è questa: odio e amore, sì come dicemmo, però che con l'odio e con l'amore Cristo satisfece e punì le nostre iniquitadi sopra di sé.

 

                Orsù virilmente! E non dormite più nel letto de la morte, ma cacciate l'odio con l'odio e l'amore con l'amore, però che con l'amore di Dio - el quale sete tenuti e obligati d'amare per dovere e per comandamento -, e con amore de la salute dell'anima vostra - la quale sta in stato di dannazione, stando in odio col prossimo suo -, con esso amore dico che cacciarete l'amore sensitivo, el quale sempre dà pena e morte e tribolazione a colui che 'l seguita: e in questa vita gusta l'arra dello 'nferno.

 

                Or non è questa una grande cechità e oscurità a vedere che potendo in questa vita gustare vita eterna, cominciando l'abitazione in questa vita conversando per affetto e amore con Dio, ed egli si voglia fare degno dell'inferno, cominciando per odio e rancore la conversazione con le demonia? Non è creatura che potesse imaginare quanta è questa stoltizia. Di questi cotali non si potrebbe fare vendetta, e non pare che vogliano aspettare el sommo giudice che lo' dia la sentenzia ne la compagnia de le demonia, però che essi medesimi se la danno, e - prima che essi abbino separata l'anima dal corpo - la pigliano in questa vita, mentre che sono viandanti e peregrini, {Eb11/13; 1Pt2/11} vedendosi correre come el vento verso el termine de la morte, e non se ne curano: unde come pazzi e frenetici fanno.

 

                Oimé, oimé, aprite l'occhio del cognoscimento e non aspettate la forza e potenzia del sommo giudice, ché altro è el giudice umano e altro è el giudice divino. Dinanzi a lui non si può appellare, né avere avvocati né procuratori, però che el giudice vero à fatto suo avvocato la conscienzia, che sé medesima in quella estremità condanna e giudica sé essere degna de la morte.

 

                Or giudichianci in questa vita, per l'amore di Cristo crocifisso, giudicando noi peccatori, e, confessando d'avere offeso Dio, dimandiamo misericordia a lui, ed egli ce la farà, non volendo noi giudicare né fare vendetta del prossimo nostro, però che quella misericordia che io voglio per me mi conviene donare. Facendo così gustarete Dio in verità, e permarrete ne la via sicura, e sarete veri tramezzatori fra voi e Dio, e nell'ultimo ricevarete l'eterna visione di Dio; e però, considerando me e avendo compassione all'anime vostre, non volendo che stiate più in tanta tenebre, mi so' mossa a invitarvi a queste dolci e gloriose nozze, però che non sete creati né fatti per altro fine.

 

                E perché mi pare che la via de la verità sia chiusa in voi, per l'odio che avete, e quella de la bugia e del demonio, che è padre de le bugie, sia molto larga e aperta in voi, voglio che al tutto usciate di questa via tenebrosa, facendo pace con Dio e col prossimo vostro, e reduciatevi ne la via che vi dà vita. E di questo vi prego da la parte di Cristo crocifisso, che non mi dineghiate questa grazia.

 

                Non vi voglio più gravare di parole. Permanete ne la santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.

 

  

 

 

FINE

 

 

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