CONFIDENZA TRA PAESANI SUL CAMBIAMENTO IN CAPRESE (AR) DEL SENSO DELLA MORTE

11-1-03

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                Ma dimmi , o amico : perché come un bandito , seppellisti in fretta tuo padre , senza nemmeno chiamarmi ? 

                Sapresti tu , rispondere esattamente  ? 

                Invero capisco che tu come molti dei capresani , non siete capaci di rispondermi , se non dicendomi che in quei momenti a tutto non si può  pensare . E in parte sarà pur vero . Ma la ragione più profonda è che né sapete né capite fino in  fondo , o paesani , quello che sta avvenendo . 

                Perciò risponderò da me alla domanda . 

                Tu , non hai sbagliato da solo , o Paesano . Ma anche quando morì Don Gai , o la Gina o Bonfiglio e Bruno Finocchi , o Gino , e tanti altri emeriti miei , capresani e no , si finì per sigillare le tombe con parziale silenzio , anziché con anche la solidale e dovuta presenza e preghiera d' Orlando , come di molti altri . 

                La filosofia della morte in Caprese come nel contado , è dunque cambiata : oggi più desolata e meno pia , tende dunque ad essere la stessa o quasi , delle grandi città

                il morto viene pertanto seppellito con maggior fretta e solitudine rispetto al passato , perché la moderna metamorfosi naturale dalla malattia alla agonia al freddo cadavere , è vissuta dai familiari e consimili , più come un fastidio e un peso da cui liberarsi prima possibile , che come un passaggio naturale e obbligato , stabilito da Dio , verso la vita eterna : 

                il morituro e il morto perciò,  forse tende ad essere più uno sgradevole cadavere che un segno o una sacra spoglia di quanto rimane nella dimora terrena dello Spirito Santo , in vista della resurrezione finale anche del corpo; è talvolta il morto, più un promettente verminaio che una speranza cristiana di vita eterna , più un impiccio da cui liberarsi , che un antenato a cui rendere umanamente culto, insomma più un corpo umanamente morto che uno spirito eternamente vivo e in Grazia divina . 

                I miei paesani , dovrebbero perciò tutti quanti , recuperare maggior chiarezza di fede e di dottrina , di fronte alla vita come di fronte alla morte ; dovrebbero cioè , in altre parole , essere più capresani e meno cittadini , che significa : più cristiani e meno consumisti , più forti e santi e meno deboli e urbanamente e televisivamente smunti , di fronte alla vita come di fronte alla morte ...   . 

                Questa è dunque la mia risposta e il mio consiglio , o silvana stirpe e insieme michelangiolesca e dura e mia gente antica e moderna .

                Concludendo nella memoria di Terzilio e per il bene di voi tutti , nonché col buon augurio generale dei vivi e in fede (mi piace dire) dei morti , nessuno escluso , prendo commiato meglio considerando e sperando in ultimo ogni futura e buona personale , per voi e per chiunque nel paese... . 

 

Fine 

 

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