Nicolas Poussin, Adorazione dei pastori, inizio XVII sec. (olio su tela, 98x74), National Gallery, Londra
Gesù il Fedele, il Verace, il Giudice
che prese a esprimere visibile
nel giorno del Santo Natale
l'inesprimibile misericordia del Padre:
prese a raggiar malvisto nel volto sublime
la bellezza divina e materna compiendo:
e nuovo incanto di beltà pervase
con intimo fremito l'universo
fra linee terrene presagio di Cielo
per educarci lassù, al Paradiso;
ma prima ancora la bontà rifulse,
accese d'esser buono il gran tormento,
accese d'esser buono un vasto incendio
che a somiglianza divina
cresce e arde per ogni cuore
in carità di Dio trasfigurato:
cura d'una vita monda,
sete d'innocenza,
anelito di vergine scienza,
e devota attenzione presso il Bimbo,
attenzione devota al Fanciullo
fatto emblema d'ogni attenzione pura,
sciolto problema d'ogni vita piena;
e infine salvifico effetto
sopra l'intero creato
a salvare già qui tutto l'uomo,
ciò che è nato nel mondo perituro
e portarlo sicuro al giudizio;
Gesù il Fedele,
il solo punto fermo nel moto dei tempi,
in sterminata serie di eventi :
il solo Santo che non manca mai,
che trascende dove ci comprende
e si fa dono in cima ai nostri guai
e pareggia la grazia col perdono:
vero Dio trasumanante
e a Deità aperto vero Uomo:
Figli il Fedele per sempre,
maestro vivente di Fede,
egli che viene a Natale in peccato
per meritarci in maestà di gloria,
continuo avvento al termine segnato:
se non invano passiamo il breve tempo
come luce del Figlio Incarnato,
come frutti di dolce consiglio,
impegno amoroso di vita,
di vita nel singolo unanime nel segno,
vita raggiunta infinita,
in beata circolazione
dove l'impeto la porta
che ineffabilmente ovunque va e non ritorna,
ma in desio del padre universalmente procede,
nel fulgore del fuoco
tutti insieme gloriando
quali Figli di Dio,
alleluiando al Padre,
al figlio e allo Spirito Santo
che universalmente procede,
tutti insieme in gioco giocando festando
quali in gaudio rapiti figli di Dio
nell'impeto che procede
su per la multanime fiamma
di fratelli nella Mamma Celeste,
i Fratelli di Gesù il Fedele.
(Clemente Rebora, Poesie, Garzanti 1988)
FINE