I  MESI SULL'IMBOTTE DELL'ARCHIVOLTO DI SANTA MARIA DELLA PIEVE AD AREZZO

23-6-06

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Testo

Fienestra sull'Arte

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MARZO, sta per suonare o ha appena suonato il corno che porta il vento.

Registro I° : Gennaio, Febbraio, Marzo (Festeggiare bevendo vino davanti al fuoco, Tagliare le legne, Soffiare col corno)

Marzo (part)

GIUGNO miete, MAGGIO va alla guerra, APRILE porta i fiori.

MAGGIO, va alla guerra, armato, ma è anche re portatore di fiori, avendo in testa una corona di fiori.

Registro II° : Aprile, Maggio, Giugno (Portare i fiori, Andare alla guerra, Mietere la messe)

Maggio

LUGLIO, batte la messe col corgiato (rotto), AGOSTO batte i cerchi alla botte, SETTEMBRE  vendemmia.

MAGGIO, part. dello scudo .

Registro III° :  Luglio, Agosto, Settembre (Trebbiatura, Battere i cerchi alla botte, Vendemmiare)

Maggio (part.: scudo)

OTTOBRE semina, NOVENBRE estrae le rape, DICEMBRE ammazza il suino.

OTTOBRE, part. del Seminatore.

Registro IV° : Ottobre, Novembre, Dicembre (Seminare, Estrarre le rape, Ammazzare il porco)

Ottobre (part)

DICENBRE , il norcino o porcaro orenatalizio.

GEMMAIO festeggiatore, beve vino davanti al paiolo che bolle  e con le salsiccie attaccate.

OTTOBRE, primo piano del Seminatore.

Dicembre

Gennaio

Ottobre

GENNAIO, part. : Teste di Giano bifronte.      
                                  Gennaio (part.: Teste di Giano bifronte)      

 TESTO

1. Introduzione

                La Chiesa di Santa Maria della Pieve in Arezzo, è il più bel monumento romanico dell'aretino, uno dei più importanti d'Italia e d'Europa e l'unico esempio di facciata a terminazione rettilinea, in Toscana.

                La facciata che da sulla via alla sommità del Corso Italia, è la parte dove si concentra il maggior numero di soluzioni originali. Queste soluzioni a loro volta, possono ridursi essenzialmente a tre :

                la prima e più facilmente visibile, riguarda la terminazione rettilinea, analogamente a molte chiese dell'Abruzzo, qualcuna umbra e nella costa slava;

                la seconda consiste nella distribuzione del numero delle colonne nei tre loggiati, per cui dal basso verso l'alto, il numero aumenta fino a un massimo di circa 35, nell'ultima . Inoltre queste colonne per lo più da reimpiego, sono diverse tra loro, onde se ne conclude che l'effetto visivo sia del numero crescente dal primo al terzo e ultimo loggiato, sia per la varietà formale tra l'una e l'altra colonna, è un effetto riuscito, ed enfatico .

                La terza soluzione originale, è un esempio unico in Italia e con similitudini rarissime e difficilmente accostabili in Europa : si tratta della incassatura dei Registri dei Mesi, sull'Imbotte stessa dell'archivolto del portone centrale o principale della medesima Santa Maria della Pieve. Ogni Registro o Cassa delle allegorie dei Mesi dell'anno, contiene tre Mesi personificati, nell'atto di esercitare ciò che è considerato all'epoca, il lavoro agricolo tipico di quel dato Mese.

                La data di fattura di queste sculture è il 1216 e l'autore sarebbe un certo Marchionne, secondo la scritta alla base della lunetta del portale centrale. Tuttavia , specialmente per opera dell'estetismo dello storico Mario Salmi(1889-1980), sottolineante la differenza stilistica tra le sculture dei Mesi e quelle della lunetta che rappresenta la Madonna tra due angeli, i più ritengono che l'autore dei Mesi sia venuto dal nord, da ambiente antelamico e  pertanto non avrebbe fatto parte della bottega di Marchionne .

                Ciononostante non è da escludere, anzi è un fatto probabile, che lo scalpellino dei Mesi d'Arezzo, facesse parte della bottega di Marchionne, pur avendo o mantenendo un suo stile. Per questo si lasciò alla base della lunetta solo la firma del capomastro (Marchio sculpsit..) omettendo ogni precisazione delle opere dei subalterni .

                Il fatto delle analogie del ciclo dei mesi d'Arezzo con quello della distrutta Porta della Pescheria del Duomo di Ferrara, è la ragione principale per cui si ritiene il ciclo d'Arezzo dipendente da Ferrara e del tutto estraneo alla bottega di Marchionne . Infatti il ciclo Ferrarese è datato al 1230-40, onde Arezzo centro minore avrebbe copiato Ferrara centro maggiore, si che i Mesi aretini dovranno esser per forza posteriori al 1216 (secondo questo ragionamento), e dunque non possono esser della bottega di Marchionne :

                questa è però un'interpretazione che dimentica un fatto     importante : cioè che Marchionne e la sua bottega abbiano imparato l'iconografia antelamica visibile nei Mesi aretini, lavorando al ciclo dei Mesi del San Pietro di Bologna; onde sarebbe stato questo ciclo distrutto l'origine sia d'Arezzo che della Pescheria di Ferrara. Così non solo le analogie   Arezzo-Ferrara, sono di ordine indiretto (e il distrutto ciclo dei Mesi del San Pietro di Bologna ne è l'Archetipo), ma anche l'autore Marchionne poté firmare il tutto, perché quello scalpellino collaborava nella sua bottega, alle sue dipendenze.

 

2. Descrizione iconografica

                GENNAIO : Crf. sopra Registro I° , Allegoria 1 : il motivo è Festeggiare nel mese che nell' antico calendario giuliano segnava l'inizio dell'anno . Nell'Arezzo medioevale attorno al 1220, l'anno poteva cominciare o ab incarnatione (23 mar.) o ab nativitate (25 dic.) . Tuttavia la memoria antica, cioè quando l'anno cominciava da Gennaio, rimane nel Giano   Bifronte : egli infatti dà il nome a Januarius (da: Janus), dal quale deriva l'italiano Gennaio e i corrispondenti termini tedesco, francese, spagnolo e portoghese . Giano è dunque il signore di tutti gli inizi e ogni fine, di ogni porta e passaggio, pertanto è bifronte (bifrons), si che vede davanti e dietro  se .

                Il senso dell'allegoria è dunque il seguente : se Giano festeggia, anche noi villici e contadini e lavoratori agricoli, in questo mese possiamo festeggiare, visto che la campagna e i lavori stagionali, sono fermi, a causa del rigore dell'inverno e della generale cattiva stagione.

                L'uomo medioevale pertanto nella vita di tutti i giorni, adotta dalla allegoria del Gennaio, il senso del riposo, del festeggiare bevendo vino, e dello scaldarsi con davanti al fuoco un paiolo di cibaglie stagionali.

                Gennaio è dunque una rimembranza classica, della quale il cristiano medioevale, ama e adotta tuttavia il senso del festeggiare. Per lui, collegare Giano a Gennaio, è un simpatico modo per indurre e indursi a festeggiare in quel mese .

                FEBBRAIO :  Crf. sopra Registro I° , Allegoria 2 : Il tema dell'allegoria è : Fare la legna per poi scaldarsi . Infatti un uomo giovane in piedi taglia con un pennato un ramo, del quale ne rimane solo un mozzicone essendo stato rovinato dal tempo . E' chiaro tuttavia, che egli taglia quel ramo non per potare la pianta, ma per fare legna da ardere . Vero è che l'epoca in certi climi come quello aretino può permettere la potatura; ma se di potatura si fosse trattato, avrebbe avuto uno strumento più adatto al taglio, e avrebbe allora tagliato un ramo, non un broncone o bastone come fa effettivamente .

                MARZO : Crf. sopra Registro I° , Allegoria 3 : Soffia nel corno e il vento conseguente, può sgarmegliare la sua chioma .Tuttavia la chioma di abbondanti e ispidi  capelli,  rimane stabile nonostante il vento imminente, in caso di soffiatura del corno; infatti il Mese non sta nell'atto di soffiare ma in quello di  aver appena soffiato o in quello di accingersi a soffiare , cioè a levare il vento per le campagne e i monti . Questo Marzo però non è guerriero, non è Marte come nei cicli mensili bizantini (es. Portale del Duono di Venezia e Traù), ma solo soffiatore . Il suo è dunque un riferimento che richiama il vento, ma non la guerra . Con questa allegoria, il cristiano medioevale dimostra pertanto di ritenere come bello e caratteristico il vento di marzo; ma dimostra anche che ha dimenticato il collegamento antico di quel vento metereologico con il vento figurato della guerra, esercitata dal dio Marte.

                APRILE : Crf. sopra Registro II° , Allegoria 1 :  è illustrato dalla figura del Portatore di Fiori : un giovane incoronato (corona di fiori) disposto frontalmente, tiene nella sua mano destra un fiore senza gambo, forse una rosa, e nella sinistra tiene qualcosa di simile a una palma. Il tutto rappresenta , la venuta dell'Aprile che implica la fioritura generale della campagna . Anche questa allegoria è di origine antica o classica : il suo lavoro o occupazione, invero analogamente al Gennaio, in realtà non è un lavoro, quanto piuttosto una allusione festevole alla fioritura della campagna, nonché alla bellezza dei fiori. Ma non si descrive la bellezza di un lavoro o occupazione, svolta in Aprile .

                MAGGIO : Crf. sopra Registro II° , Allegoria 2 :  Andare a far la guerra per difendere la patria, o meglio il Comune , dai nemici, più spesso vicini che lontani . Questo è il tema dell'allegoria. Così un uomo a cavallo, munito di scudo e di spada ma con in testa una corona di fiori al posto dell'elmo, incede col suo passo misurato, che potremmo dire, di chi sa che va incontro alla morte possibile, ma non inutile, bensì necessaria contro i tiranni. Qui compare il tema della guerra, poiché siamo nella nuova stagione che permette le attività militari per terra e per mare; e il cavallo e lo scudo e la spada, sono strumenti di guerra . Ma appare anche il legame tra il maggio e i fiori o rose (e forse il bruscello): infatti il giovane ha in testa il massimo attributo e decoro, cioè una corona con fiori che possono essere rose. Questa allegoria, allude dunque non solo alla guerra mediante il cavallo e le armi del cavaliere, ma anche alle infiorate maggenghe, e probabilmente al cosidetto bruscello, visto che talvolta il portatore del ramo, poteva essere incoronato, sempre nelle rappresentazioni mensili del Maggio .

                GIUGNO: Crf. sopra Registro II° , Allegoria 3 : Mietere il grano : nonostante che parte della messe e delle braccia sia distrutta, il villico si china sul manciato, e con amorevolezza lo stringe mentre con la falce messoria, lo taglia; e via via il gesto si ripete, finché tutti i campi non saranno mietuti. L'iscrizione Hic est iunius è rovesciata come quella del febbraio (hic est februarius), soprastante. Ma finita la mietitura, c'èra tutta una serie d'operazioni prima d'arrivare al buon pane fatto in casa; per averne la misura di quanta fatica rimaneva per mangiare finalmente il pane, confronta: Quanta fatica per il buon pane fatto in casa (ivi siamo nel XX° secolo e non nel XII°, ma le operazioni in campagna , rimasero su per giù le stesse, con scarso progresso tecnico, rispetto alla lunghezza dei secoli) .

                LUGLIO : Crf. sopra Registro III° , Allegoria 1 : Batte la messe col corgiato, cioè l'antico strumento conosciuto pure dal mondo pagano, fatto di due pezzi di legno, uno più corto e uno più lungo, legati insieme, e impugnata la parte più lunga, si colpiva la messe fortemente con la più corta . Purtroppo parte del braccio del villico e del medesimo corgiato, è rovinata. Sullo sfondo è inoltre irriconoscibile una massa consumata sopra la messe : alcuni ci vedono parte della stessa messe, altri i cavalli o i buoi coi quali si trebbiava analogamente al ferrarese e allo stesso ciclo del Duomo di Ferrara. Se fosse vera quest'ultima ipotesi, l'autore ha voluto rappresentare entrambe le operazioni principali della trebbiatura, cioè la manuale mediante il corgiato e la meccanizzata mediante i buoi o i cavalli .

                AGOSTO : Crf. sopra Registro III° , Allegoria 2 : Battere i cerchi della botte, mentre sullo sfondo son quasi maturi i fichi sull'albero . Insomma ci si prepara alla vendemmia, nei prossimi Settembre e Ottobre. I cerchi della botte, tuttavia son fatti di materiale ecologico: dei vimini o salici intrecciati, analogamente alla corba del prossimo Settembre.

                SETTEMBRE: Crf. sopra Registro III° , Allegoria 3 : Vendemmiare : un villico scalzo come tutti quelli che lavorano nella buona stagione (Giugno, Luglio e Agosto) , coglie l'uva e la butta in una corba di vimini, già piena . L'operaio ha il capo ricoperto da una leggera cuffietta, già conosciuta nel mondo greco e romano (di probabili origini egizie), portata nel medioevo anche dai nobili, persino da alcuni Papi . Questo copricapo però aveva anche la variante invernale , come si vede nel Novembre, il quale ha la stessa cuffietta sotto a un copricapo di pelle di capra o cinghiale. Si noti il contrasto tra il capo coperto e i piedi nudi, essendo ormai autunno; mentre nei lavori più pesanti ma meno importanti del coglier l'uva in Settembre, cioè soprattutto nei lavori pienamente estivi, come mietere (Giugno), trebbiare (Luglio), battere i cerchi alla botte (Agosto), alla nudità dei piedi corrisponde puntualmente anche quella del capo.

                OTTOBRE : Crf. sopra Registro IV° , Allegoria 1 : E' il  seminatore : un uomo a capo nudo e con calzari ben evidenziati, è rappresentato nel gesto antico e glorioso di spargere il seme dopo averlo prelevato dal suo saio. L'uomo ha la barba, e sembra di mezza età, pienamente virile, al contrario dei villici dei lavori estivi e della vendemmia settembrina, che sono giovani e sbarbati. Questo seminatore è dunque analogo in età al conseguente Novembre, il quale estrae le rape, vista la stagione .

                NOVEMBRE :  Crf. sopra Registro IV° , Allegoria 2 : Estrarre le rape : viene qui rappresentato un lavoro dell'orto anziché del campo pieno . Ma in quei tempi, le rape erano anche cibo per animali domestici oltre che per gli uomini; pertanto è probabile che si vogliano significare entrambe le operazioni di raccolta delle rape, cioè sia quella per il cibo del bestiame che quella per i bisogni casalinghi essendo che nella pratica quotidiana, i contadini più poveri, potevano anche non distinguere le due operazioni, analogamente a come facciamo oggi nella nostra moderna agricoltura.

                  DICEMBRE : Crf. sopra Registro IV° , Allegoria 3 : Uccisione del suino : un giovane norcino infila un coltello nella gola dell'animale, dopo averlo violentemente rovesciato sul pavimento, e dopo che riesce a tenerlo con la mano sinistra afferrando la zampa destra, e con la gamba destra lo inchioda al suolo . Sullo sfondo appare il segno di una abitazione domestica, mediante tre colonnine . Non c'è dubbio che ci si prepara alla festa del Natale al 25 Dicembre e alle feste di fine-inizio anno  . D'altronde non ci si preparerà alle festività di fine-inizio anno, ma solo a quella del Natale, nei casi o annualità, in cui il nuovo anno cominciava dal 23 marzo (ab incarnatione).

 

FINE

 

 

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