QUANTA FATICA PER MANGIARE IL BUON PANE FATTO IN CASA 

( Da : Giovanni PapiniScritti Postumi (Pagine di Diario e di appunti MI , Mondadori 1966 , pp. 755-57)

Arezzo  27 agosto 2004

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Foto 1

La campagna come maestra (...)

Foto 2

Introduzione

Testo

 

1925-26 : Trebbiatura a  Sestino (AR) .

1999 : Rievocazione della Trebbiatura a Lucignano(AR).

 INTRODUZIONE

                     Giovanni Papini , colloca senza titolo e data il testo sottostante , in una sua  sezione che chiama degli APPUNTI . Egli scrive a Bulciano (Pieve S. Stefano d' Arezzo) probabilmente attorno al 1910 , e vuole annotarsi alcune cose della vita di campagna onde descrivere le fasi varie della fattura del pane all' epoca . 

                     In questo intento ,  finisce tuttavia per documentare meglio d' altri , le fasi e la fatica dei contadini di Bulciano e almeno dei montagnoli valtiberini , a riguardo del fare il buon pane casalingo . Papini  non  scrive dunque per comporre opera letteraria , ma solo per appuntarsi le operazioni più importanti della fattura del pane , magari in vista d' ulteriori e future assunzioni , a seconda dei bisogni del suo mestiere di scrittore . Tuttavia il fatto che tali discorsi siano lo stesso nel loro piccolo ,  scorrevoli e connessi nonostante il carattere compositivo estemporaneo , dipende dalla naturale facilità scrittoria  dell'autore , il quale è ormai così maturo nel mestiere di scrittore e umanista , che scrivendo di getto , impronta comunque del suo stile singolare , persino i Diari e le Annotazioni  .

                     Naturalmente , oggi la produzione del pane , anche cosidetto casalingo (un tempo  l' unica produzione esistente) , non è in nulla uguale a quella della descrizione papiniana , la quale si riferisce a una civiltà ben precisa : quella contadina , finita purtroppo con l'avvento dell' industria e il conseguente spopolamento delle campagne . Ma a riguardo del Pane , resta il principale prodotto di quel mondo e civiltà contadini : il Pane Toscano , che com' è noto possiede due caratteristiche principali , alle quali deve il suo successo : 1. la mancanza di sale , si che assume e perfeziona , ma non distrugge il sapore dei vari cibi ; 2 . l' impiego di lievito naturale (lievito madre) e di miscele di farine di grano tenero , provenienti dalla Toscana . Ma specialmente l' apprezzamento del Pane toscano oltre la Toscana e l' Italia ,  si deve alla suddetta prima caratteristica o mancanza di sale , che consente di valorizzare e completare il gusto e il sapore delle altre pietanze , fino a  rappresentare con ciò , una utilità culinaria e salutare , usufruibile con soddisfazione ,  anche dai non toscani e italiani .

TESTO

                      Quando a casa nostra , in città si sgranocchia un pezzo di pane comprato dal fornaio , non s'ha un' idea di quel che costi il pane al contadino e quante faccende e fatiche deve fare prima di poterselo mettere alla bocca .

                   Prima di tutto bisogna che prepari la terra , la maggese , o con i bovi o con la vanga . Poi deve vagliare il grano perché non gli succeda di seminare anche i malisemi , come sarebbero le vecce , l' agliolo e il loglio , che fanno il pane cattivo . Dopo lo calcina e lo porta al campo . Allora comincia la semina , ch' è l' unico momento ch' abbian visto i letterati per scrivere le loro pappolate poetiche sul gesto augusto del seminatore e simil roba . Ma appena vien la primavera , bisogna andare al campo per levar l' erbacce che crescon tra il grano e che gli levan il posto e il sugo , e bisogna pararlo dalle vacche e dalle pecore che allora cominciano a mangiar fuori e con facilità vanno dalle pasture ai grani .

                    Viene finalmente la mietitura che dura parecchi giorni e sotto il solleone che fa stiantiare a uomini e donne gli tocca star chinati da un buio all' altro fradici di sudore e senza fermarsi mai . Insieme alla mietitura c'è la legatura delle manne, ch' è faticosa quanto la mietitura . Poi le manne legate bisogna ammucchiarle e farne tanti cavalletti accomodati in modo che l' acqua non c' entri , se mai piovesse .

Foto 3 

Primi del 900 , Pranzo dei Mietitori . Valtiberina (AR) .

Foto 4

Primi del 900 , Mietitori di grano in posa . Valtiberina (AR). 

 

 

                     Allora comincia la carreggiatura e se i campi sono lontani  da casa , come succede quasi sempre in montagna , le vacche strascicano giù le tregge piene di grano e gli uomini son dietro a caricare , a menar le bestie su e giù e a scaricare .

                      Dopo un pò ecco la battitura , che ora , con la macchina , dura un giorno solo ma ch' è il più indiavolato giorno dell' anno . Le donne stanno in cucina a far da mangiare per venti o trenta persone  e nell' aia metà degli uomini del paese si affaticano chi a preparar la macchina  , chi a porger le manne , chi a insaccare il grano , chi a fare il pagliaio chi a portare la paglia, chi a buttar la pula nel capanno . Finalmente c'è la partitura se il contadino è un mezzaiolo . Bisogna misurare il grano , fare due monti e insaccarlo .

 

Foto 5

1999 : Piazzare la  Trebbia .

Foto 6

1999 : Imboccare le manne .

                       Ma ancora non basta . Quando si vuole adoprarlo bisogna tirarlo fuori dai sacchi , vagliarlo bene bene per levar i semacci cattivi, le zolline di terra e la polvere , poi misurar le some , poi insaccarlo un ' altra volta e portarlo al mugnaio . Spesso il mulino è lontano e le strade son cattive , o sassose o piene di neve , e non sempre ci si può andare .

                       A volte poi non c'è acqua abbastanza e bisogna perdere una giornata intera per macinare quattro staia di grano . Quando la farina è a casa se n' impadronisce la massaia , e comincia a stacciare per metter da parte la crusca , e li staccia e staccia tutta una serata . Il giorno prima di quando si fa il pane bisogna mettere insieme fascine se nel fascinaio non ci sono , e anche lì si perde delle mezze giornate . La sera poi bisogna ricordare di mettere il lievito per averlo pronto la mattina .

                       Appena è giorno la massaia mette  sul fuoco il paiolo per scaldar l' acqua e comincia a impastare . Quando è pronta la pasta bisogna rimenarla con gran forza e far le pagnotte .

Foto 7

Impastatura dopo la lievitazione , onde preparare le pagnotte da infornare (Foto 9) .

Foto 8

Trasporto del pane al forno.

Foto 9

S' inforna pagnotta per pagnotta.

 

                       Mentre la pasta lievita s' accende il forno , poi bisogna spazzarlo bene perché non ci rimangano dei pezzettini di bracia , e se i pani son pronti , s' inforna . Dopo un poco bisogna riaprire il forno perché i pani non si brucin troppo , e cambiarli di posto . Finalmente dopo poco più di un'ora si può sfornare e il bel pane colorito , rosso , caldo , croccante è in tavola e spesso chi ha durato tanta fatica lo mangia senza companatico .

Foto 10

Foto 11

Foto 12

 

1999 : Andare a trebbiare , col tridente in legno , fatto da se . 1999 : Modellini fabbricati dal sig. Ireneo Boccherini (loc. bagnaia 13c , AR) :  ne tocca uno con la mano sinistra . 1999 : Rievocazione della Trebbiatura : le donne preparano il tavolo per il Pranzo      all' aperto , nei pressi dell' aia .

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Lettere varie

 

FOTO : FONTI E SPIEGAZIONI .

FOTO 1 : da : Immagini dalle vallate aretine . La Valtiberina ; Provincia  aretina , Editrice Le Balze , Arezzo 2003 ; p. 76 : 1925-26 : Sestino , la battitura del grano nel podere ' Mulinaccio '  della famiglia Santini di Monterone , attuata con l' ausilio di una Trebbiatrice e di una caldaia locomobile con alimentazione a legna .

FOTO 2 : foto O. Metozzi , Lucignano d' Arezzo , agosto 1996 . Rievocazione annuale della vecchia Trebbiatura . Si possono confrontare le Foto 1 e 2  : il primo metodo usa una locomobile ottocentesca e la Trebbiatrice è priva di Portamanne e Pressatrice della paglia . Il progresso futuro , come in Foto 2 a Lucignano , si servirà con successo , sia del Portamanne che della Pressapaglia . Ma prima in pianura poi in montagna ,  l' avvento successivo della Mietitrebbiatrice ha da qualche decennio , soppiantato completamente la Trebbiatrice  e l' usanza di girare con essa in estate tra le aie aziendali per battere il grano .

FOTO 3 : Idem Foto 1 , p. 74 .  Loc. Sestino (AR) : Mietitori di grano , muniti di falce messoria (che si oppone alla falce fienaia , cioè per tagliare il fieno) , sostano , posando per una foto ricordo . Si noti la presenza di un giovanetto e varie donne : la famiglia partecipa  al grande sforzo annuale della mietitura . Lo stesso , anzi ancor meglio , ciò si nota in Foto 4 , dove vari bambini pranzano insieme agli adulti mietitori sul campo : essi son troppo piccoli per la fatica ; ma stanno in loco coi genitori e nonni , sia perché tutta la famiglia è lì e a casa sarebbero soli e non sorvegliati ; sia perché probabilmente ,  i servizi sociali tipo asilo e scuola elementare , per vari motivi , non sono ancora in grado di raggiungere il territorio rurale  .

FOTO 4 : Idem Foto 3  . Pranzo dei Mietitori di grano , sul campo . Santo Stefano d' Anghiari , inizi del 900 . Mietitori nel podere della parrocchia in un campo sotto alla strada verso il Molinbianco ....  .

FOTO 5 : Foto O. Metozzi , Agosto 1999 : Podere 'La Casa' in Tavernelle d' Anghiari (AR) . Diversi operatori (quasi tutti agricoltori e exagricoltori del luogo e delle vicinanze), se ben ricordo di sabato mattina , volendo rievocare la passata usanza della Battitura o Trebbiatura ,  piazzano la Trebbiatrice , sistemandone le ruote sulle apposite buche .

FOTO 6 : Idem , Foto 5 . Imboccare le manne di grano o come si dice in valtiberina "Buttar su , le manne" : dalla Mieta o Barcone , mediante un passamano lungo ogni volta quanto occorre , ogni manna veniva data dalla parte delle spighe (e perciò non dalla parte della paglia o Fondo) in pasto all' Ingranaggio o Bocca  della Trebbiatrice ; la quale , in piena attività sotto il sol cocente e la polvere alta , a volte raschiava o graucava (tipico e breve e intermittente Sgrraaùù) , insomma un tipico verso rauco e ingordente ,  proprio simile a  una enorme e forzuta  pancia d' ingranaggi ,  esattamente al suo eccessivo o sofferto inghiottire .

FOTO 7 : Idem , p. 94 . Impastare il pane : quasi sempre da parte della massaia o casalinga . Dimenare la pasta , fino a ricavarne una pagnotta toscana , non era fatica tanto trascurabile . 

FOTO 8 : Idem , p. 95 . Portare il pane al forno sull' Asse Portapane  (crf. : Foto 9) .

FOTO 9 : AAVV , Cultura contadina in Toscana (vol. I° : Il lavoro dell' uomo; vol. II° : L' ambiente e la vita) , Firenze , Bonechi , 1989  ;  vol. I° , p. 94 . Tipica dislocazione delle pagnotte toscane , prima d' infornarle una ad una . Questa dislocazione in fila , intervallata da una tela (forse una tovaglia di ricambio della tavola di casa) , veniva adoperata frequentemente , anche nell' Asse Portapane , onde trasportare il pane da Casa o cucina o stanza d' impasto , al Forno già caldo (crf. Foto 8 sotto e   sopra) ; forno spesso collocato nella parte adiacente o retrostante la "Casa da lavoratore"  o contadina .

FOTO 10 : Foto O . Metozzi , agosto 1999 . Podere "La Casa" in Tavernelle d' Anghiari (AR) . Nel contesto della Rievocazione della Trebbiatura , il signore con la forca , si dirige a far la sua parte nell' aia , portandosi il suo tridente appositamente costruito e conservato all' uopo .  

FOTO 11 : Foto O. Metozzi , agosto 1999 , Festa di Mugliano (Pieve al Toppo , AR) . Modelli di trebbiatrice e trattori o locomobile , fabbricati in proprio dal signor Ireneo Boccherini (loc. Bagnaia 13c Arezzo) . Frequentando feste simili a Mugliano , o per es. Rievocazioni della Trebbiatura in generale , colpisce che la maggioranza dei partecipanti sono agricoltori o exagricoltori o amanti dell' agricoltura . Spesso il grande publico delle città , perviene non molto numeroso a simili manifestazioni , solo dal lato turistico , senza riuscire a calarsi nella sostanza più profonda e culturale della passata civiltà contadina . Un operatore culturale del settore , dovrebbe pertanto cercare d' intraprendere iniziative che andassero oltre il consumismo e oltre il turismo effimeri , sulla base del fatto che tuttoggi l' antica lezione dall' agricoltura è valida : essa infatti , insegna l'amore per la natura , e la sua migliore coltivazione ; e insegna come da questa porta d'amore e coltivazione naturale , derivi un beneficio salutevole per l' uomo di qualsiasi professione ,  e per la società tutta . In conclusione , a mio avviso , sperimentare per un pò di tempo l'esercizio reale  (e non solo turistico o sentimentale ) dell' agricoltura , dovrebbe essere considerato un capitolo formativo di qualsiasi altra professione . 

FOTO 12 : Idem Foto 10 . Le donne preparano il tavolo a ferro di cavallo , per il Pranzo di mezzogiorno , durante la rievocazione della Battitura . Esse sono nella circostanza , uscite all' uopo ,  dalla cucina del caseggiato , dove si approntano con cura insolita i piatti tipici per l' occasione , come ad es. i famosi Oci dell' aretino  . Tra poco rientreranno in cucina , per dare l' ultimo tocco alle pietanze quasi pronte , prima di metterle definitivamente in tavola .