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Aniello o Nello D'Antonio [1], Natività, Fine del sec. XX° ....Torre del Greco, Napoli ... |
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Nei Saluti come negli Auguri sinceri e festivi, natalizi, c'è scritto il desiderio e la reale possibilità, di un mondo migliore (temporale e eterno), secondo gli uomini di buona volontà e il volere più forte e profondo, più santo di Dio stesso; cioè il volere santissimo del cuore e della mente del Risorto. Per questo è bene fare gli Auguri, e per questo è bene farli di cuore: essi sono il simbolo del mondo migliore, che se manca, va conquistato; se non manca, va comunque migliorato; infatti la dimensione di ciò che è migliore, vale a dire il vero, il bene e il bello, è dimensione infinita, perciò non basta mai a se stessa, essendo stata fatta per tutti, nessuno escluso. Da ciò consegue che gli animi hanno in loro stessi, l’esigenza naturale di migliorare anche ciò che è migliore, e non solo ciò che è peggiore. Tornando ora agli Auguri, il Mondo come è noto, ha da tempo diminuito le ragioni degli auguri, perché numerosi sono i problemi; alcuni più gravi, sembrano addirittura insolubili e difficili…; altri minacciano pesantemente individui o popoli, l’umanità intera, mirando a togliere perfino le ragioni d’ogni speranza. Ma è proprio l’insolubile e il problema, la dimensione migliore per mettere alla prova la validità effettiva del Natale, cioè se Gesù Cristo è o no, Dio vero; infatti è proprio di fronte alla situazione reale del mondo, che il Natale stesso, più di altre feste dell’anno, ci ricorda con forza umana e divina, che la Soluzione Fondamentale, nonostante le apparenze, è Gesù Cristo stesso, è la vita che diventa Presepe, è l’incontro lieto con Dio, è la compagnia permanente terrena e celeste, umana e sovraumana, visibile e invisibile, temporale e eterna, amichevole, amorevole e reale, (perciò per nulla astratta, naturale e soprannaturale, anche se misteriosa); la soluzione è dunque la compagnia reale e divina fino al punto da essere inconfondibile e unica, secondo l’esperienza del cuore e della mente; e si capisce meglio che si tratta della soluzione per eccellenza, anche dal fatto che non è una qualsiasi compagnia, ma al contrario, è la compagnia di Colui che ha creato tutto e tutti, e conosce pertanto, non solo i problemi, ma specialmente le soluzioni migliori e definitive, infallibili, capaci di resistere al tempo, e diventare storia di segno positivo; capaci di diventare testimonianza, strada da seguire, luce inconfondibile, da additare perfino privatamente e pubblicamente, in famiglia come sui tetti o sulle piazze. |
NOTE [1] Aniello o Nello D'Antonio : Presepista e Architetto, nato a Torre del Greco nel 1953, è presidente in carica della AIAP [Associazione Italiana Amici del Presepio -Sezione A. D'Auria-, Sede di Torre del Greco (Napoli), presso il Santuario Maria Santissima del Buon Consiglio, via Nazionale, 80059 Torre del Greco -NP-; Segreteria : Giuseppe di Maio : giuseppedimaio@alice.it, Cell 3395447431. Esiste anche il Sito : www.amicidelpresepetorredelgreco.it ]. Aniello, "ancora giovanissimo manifesta la sua propensione per l'arte che lo spinge a prediligere per i suoi studi, l'Istituto Statale d'Arte, di Torre del Greco, presso cui si diploma. Laureatosi in architettura presso l'Università Federico II di Napoli, intraprende la libera professione, senza mai distogliere il suo interesse, o meglio la sua passione, dal presepe. Agli inizi degli anni '90, matura una decisa conversione: il suo impegno professionale si coniuga felicemente ed in modo quasi esclusivo, con la sua vocazione artistica privilegiando la scultura e la scenografia presepiale. Intanto il suo laboratorio si apre al restauro e alla statuaria sacra. Tutte attività che fanno del suo studio-laboratorio, un vero cenacolo d'arte".
"Sul finire degli anni '50 del secolo scorso, il
presepe di Torre del Greco inizia a delineare un suo
autonomo profilo che tende a
riportare la Natività al centro della scena
presepiale.
Si determina così uno stacco deciso dalla tradizione
settecentesca napoletana, eccezionale amalgama di
genialità interpretativa, di costume, d'arte e di
artigianato, in cui tuttavia la Natività si
dissolve. Ispirato da un profondo sentimento religioso, D'Antonio recupera totalmente la vis mistica della grotta di Greggio. Un presepe, il suo, di chiara ispirazione naturalistica che immerge la nascita del Redentore nella storia del mondo, attraverso limpide scenografie che si armonizzano felicemente con l'eleganza stilistica dei suoi pastori". [ Fonte : Librerianeapolis.it , Dom 28-12-14 ] |
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