TU SEI DIO, PERCHE' TI SEI FATTO UOMO DONANDOTI A NOI PER SEMPRE

NONOSTANTE CHE AI TUOI OCCHI DA DIO, NOI NON AVESSIMO MERITO ALCUNO

 

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BUON NATALE DELL' ANNO 1999.

                  

              Carissimo Signore,                                                                                                                                       

                                   Dio del cielo e della terra,                                    

 

          poiché ricordando il tuo Natale, mi sembra con maggior chiarezza del solito, di vederti giungere dall’Oriente come dall’Occidente e da ovunque, mi chiedo  chi sono io perché tu venga a trovarmi:

          sono forse un santo ? Non lo sono. Sono forse un potente? Non lo sono. Sono forse un ricco in danaro? Non lo sono. Sono forse un privilegiato per motivi sconosciuti? Non lo sono….   .

           Ma se io o altri fossimo tutte queste cose che non siamo, eccetto la santità, o fossimo tutte le cose buone possibili umanamente da desiderare, che non ho sopra detto seppure siano facilmente immaginabili, Tu o Dio, saresti venuto ugualmente da noi, perché spesso sono proprio coloro che hanno qualcosa o sono qualcuno agli occhi degli uomini, a non saper voler bene come dovrebbero, agli occhi tuoi da Dio, si che insegnare proprio a voler bene e render pienamente  capace l’umanità d’amare, è certo il tuo progetto di salvezza fondamentale per la storia del mondo.

            Così ora io sono beato assieme a migliaia di cristiani nel mondo, perché ti vediamo e ti sentiamo meglio venire, e tutti insieme constatiamo bene anche la tua venuta universale per tutta l’umanità, senza distinzione di sorta. Una venuta piena di povera e ricca poesia, poesia tanto sommessa e discreta in quella mangiatoia tra Giuseppe e  Maria, il bue e l’asinello ….  

             Poiché dunque Tu o Signore, vieni a trovarmi e a trovarci, pur non avendo noi ai tuoi occhi titoli o meriti particolari per accoglierti, capisco che  questa nobiltà e grandezza di cuore, non è umana ma è divina, e non può essere perciò che la tua, cioè dell’Uomo- Dio vero Dio e vero Uomo,  perché   gli altri dei non hanno la stessa premura e magnanimità di cuore.

              Poiché dunque Tu o Signore, vieni a trovarmi e a trovarci, soltanto perché ci vuoi bene, e ci vuoi bene davvero, riconoscendo in noi il frutto della tua creazione, che dunque non può essere abbandonata al peccato e alla morte, anche a costo della tua stessa vita donata sulla Croce, io capisco che  questa nobiltà e grandezza di cuore, può essere soltanto divina, e non può essere perciò d’altri, se non la tua, perché soltanto Tu tra gli dei scegliesti spontaneamente il patibolo della Croce, pur di salvarci per sempre dal peccato.

              Poiché Tu o Signore vieni a trovarmi venendo contemporaneamente da tutti gli uomini del mondo, senza dimenticare la giusta preferenza e il giusto amore particolare per quelli che più t’ hanno cercato e meritato, come quei nomi che solo tu conosci, o come quei poveri di spirito, o ultimi  per via delle varie sventure della vita …, io capisco e m’avvedo con stupore naturale e cristiano, che questa giustizia e verità d’animo, questa verità dell’essere quale amore particolare e universale, non può che essere che la verità proveniente da te, o Dio vero, e perciò non dal cuore di un Dio qualunque, che esiste talvolta nel corso della storia solo nelle idee astratte degli uomini, ma più propriamente dal seno incommensurabile del cuore tuo, che è la verità maggiore stessa dell’Amore in quanto mistero vivo, e subito dopo, anche verità maggiore del passato, del presente e del futuro da te voluto e preparato per il bene contingente ed eterno d’ogni vita umana meritevole, e credo, di qualsiasi altra vita visibile e invisibile.

         Vieni dunque, insieme a noi o Cristo, a costruire la civiltà del Terzo millennio, perché noi che siamo i cristiani di oggi, sappiamo ancora meglio dei cristiani d’ieri, in virtù delle evidenti verità della storia, che tu sei davvero il Signore  e non solo è in tuo potere la vita e la felicità di ogni millennio, come dimostra la storia del mondo, ma soltanto Tu sei stato il Creatore del tempo e del tempo d’ogni vita passata presente e futura, ed immortale. Perciò oggi come ieri e come domani, non potrà mai esistere un tempo felice, che porta in se la contraddizione di rinnegare il Creatore stesso del tempo; mentre non è solo logico, ma è addirittura chiaro come la luce del sole, che è il tempo dei cristiani senza ipocrisia la città visibile a tutti in cima alla montagna del progresso futuro e universale.

        Vieni dunque insieme a noi e a chiunque ti voglia, o Signore, mentre siamo già nella sera del secolo XX° e del Secondo millennio  dalla tua nascita umana.

        Vieni “O Signore Iddio, Tu che ci hai dato tutto, da a noi la pace …che non ha sera”  1), perché già s’è fatta sera nel secolo e nel millennio, e ora come nel futuro, avverrà numerose volte il momento della sera, prima che finiscano i secoli .

 

FINE

 

1:  S. Agostino, “Confessioni”, XXXV: “Domine Deus, pacem da nobis -omnia enim praestitisti nobis-   …… pacem sine vespera”.

                               

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