(Da: Benedetto XVI°, Gesù di Nazaret, Milano Rizzoli, 2007, pp. 290-91)
Il Canto solenne della creazione, il Salmo 104, menziona anzitutto il fieno che Dio ha destinato agli armenti e poi parla di ciò che Dio regala all'uomo attraverso la terra:
il pane che egli trae dalla terra, il vino che allieta il cuore e infine l'olio che fa brillare il suo volto.
Quindi cita ancora il pane che sostiene il suo vigore (crf vv. 14-segg).
Accanto all'acqua i tre grandi doni della terra sono poi diventati anche gli elementi sacramentali fondamentali della Chiesa, in cui i frutti della creazione si trasformano in veicoli dell'agire storico di Dio, in segni mediante i quali egli ci dona la sua particolare vicinanza.
I tre doni sono tipicamente diversi tra loro, e perciò hanno ciascuno una diversa funzione di segno.
Il pane preparato nella sua forma più semplice con l'acqua e il chicco di grano macinato (un processo in cui intervengono materialmente anche l'elemento del fuoco e il lavoro dell'uomo) è il nutrimento di base. E' dei poveri e dei ricchi, ma soprattutto dei poveri. Esprime la bontà della creazione e del Creatore, ma contemporaneamente rappresenta l'umiltà della semplice vita quotidiana.
Il vino invece esprime la festa. Fa sperimentare all'uomo lo splendore della Creazione. Fa dunque parte dei rituali del sabato, della Pasqua, delle nozze. E ci lascia intuire qualcosa della festa definitiva di Dio con l'umanità, a cui mirano le aspettative di Israele.
Preparerà il Signore delle genti per tutti i popoli, su questo monte (Sion), un banchetto [...] di vini eccellenti [...] di vini raffinati...(Is 25,6).
L'Olio infine che dà all'uomo vigore e bellezza, possiede una forza guaritrice e nutritiva. E' segno di un'esigenza più elevata nell'unzione dei profeti, dei re e dei sacerdoti.
Nel Vangelo di Giovanni, l'olio d'oliva (per quanto mi è dato vedere) non compare. Il prezioso olio profumato di vero nardo, con cui il Signore prima della sua Passione venne unto da Maria a Betania (Gv 12,3) era considerato di origine orientale.
In questa scena compare da una parte come segno della santa prodigalità dell'amore, dall'altra, come rimando alla morte e alla risurrezione.
Incontriamo il pane nella scena della moltiplicazione dei pani, ampiamente attestata anche dai sinottici, e subito dopo nel grande discorso eucaristico del Vangelo di Giovanni.
Il dono del vino nuovo si trova al centro delle nozze di Cana (crf. 2,1-12), mentre nei discorsi d'addio Gesù si presenta come la vera vite (crf. 15,1-10).
FINE