Lettere Pasquali Precedente HOME Successiva Vai in fondo
Spiegazione del disegno: rappresenta il volto del Risorto secondo l' elaborazione elettronica della Sindone dal Duomo di Torino. Il resto oltre al volto , è libera composizione dello scrivente, e va compreso nel Seguente modo : il volto dell ' Uomo-Dio risorto, è inserito al centro di una croce greca, simbolo della passione. Sia la croce che il sottofondo , sono ornati da fiori di pesco, che si stagliano nell'azzurro del cielo , e per così dire, " ospitano", un pettirosso sulla cima della croce, e diverse rondini ai Iati della stessa croce, alcune in volo , altre che imboccano la garrula nidiata : è 1 'idillio primaverile del creato, che saluta la resurrezione del suo Creatore. Ma oltre a ciò, si tratta d' uccelli simbolo, legati alla Pasqua, secondo la tradizione popolare. | Per il popolo italiano, quando Cristo era morente sulla croce, molti uccelli continuarono a volare nel cielo indifferenti . Solo il pettirosso, preso da pietà, sospese il suo volo e dall' alto guardò il condan nato. Poi, non sapendo che altro fare, volò intorno alla testa sanguinante e faticosamente ruppe una spina togliendola dal capo del Signore. Una goccia di sangue sprizzò bagnandogli le piume del petto. Cristo guardò allora il pettirosso e gli concesse di mantenere sul petto, a ricordo di quell'atto d'amore, la macchia di sangue 1). La rondine nella tradizione bizantina e medioevale, ha diversi significati, tutti positivi e belli: ma tra questi , v' è l' esser simbolo delle anime pentite : cioè la rondinella , non l'assalgono gli uccelli rapaci , perché le anime di coloro che si pentono veramente, non possono esser preda dei demoni 2) . |
Una sera prima di cena, il mio babbo , rientrando dal lavoro portò un lumino rosso e disse: Lo metteremo al quadro del Sacro Cuore , con alla destra S. Antonio e alla sinistra la Madonna , qui sulla parete del soggiorno .
Da allora , questa debole lucina rossa nella mia casa , rappresenta di giorno e di notte, l' esserci della devozione perenne, il simbolo del connubio domestico e sacro, tra la presenza della benedizione di Dio e la risposta intima e familiare degli uomini .
Ma alla vigilia della Pasqua , quella luce , pur rivestita della stessa umiltà e discrezione ordinarie, con certa urgenza e potenza , palpitante nuova dal silenzio della notte, mi spinge a dire quanto segue:
il malvagio e lo stolto dicono: Una cosa è la vita, una cosa è la religione!
Ed è questa sapienza, l'enunciato primo d'ogni peccato , dai progenitori , fino ad oggi ; e così sarà fino alla fine dei secoli. Si sente cioè la necessità di separare la religione dalla vita quotidiana d' ogni giorno, perché si preferisce vivere la stessa quotidianità , secondo i propri comodi , anziché secondo i comodi di Dio.
Fu ed è dunque questa teoria o filosofia universale del peccato, a perpetrare 1' omicidio e il deicidio della Croce . Ed è pertanto a tali teorici e filosofi che il Cristo risponde in modo particolare, mostrando loro il suo Volto da Risorto: egli dice a tutti, ma specie a costoro:
Ho lasciato che mi daste la morte corporale; ma ora di fronte all 'evidenza della mia resurrezione, avvenuta come sapete di poter e dover credere, per forza propria della mia natura divina, si che potete vedermi come Dio, senza tema di sbagliarvi, stabilite una volta per tutte, ciò che volete fare:
seguirmi o rinnegarmi , perseverare nella vostra filosofia o assumere la mia filosofia , che non distingue tra religione e vita, ma l' una unisce all' altra armonicamente, in virtù dell' Amore di Dio e del prossimo ... , si che ben si può dire, che secondo il mio insegnamento , la vita è la stessa religione e la religione è I 'amore.
Per questo. ogni cristiano vero, vive con in cuore l' amore dal mistero pasquale, ed è perciò creatura terrena e insieme celeste, mortale e insieme già in eterno risorta , naturalmente disgustata dalla morte e soprannaturalmente vincitrice della stessa morte, che non teme quanto più è in Cristo, ma come Santo Francesco, può perfino dire a Dio: Grazie per sora nostra morte corporale !
Ogni cristiano vero, ha nel mondo la missione di vivere e invitare a vivere secondo il Dio della vita , che né vuole né progettò mai il dolore e la morte per gli uomini ( Sap . 2 , 23-24 ) , ma a tutti , compresi i suoi schernitori e infedeli, anzi ad essi più che ad altri , chiede d 'esser come Lui che è Padre, cioè costruttori di vita e non di morte, di case , città e nazioni, accoglienti, e non di tombe , ...di pace e non di guerre.
Ogni cristiano vero, con in cuore l' amore dal mistero pasquale, è o viaggia profeticamente nel mondo, dimostrando a tutti col suo modo di vivere al seguito e in compagnia del Risorto, che la morte si combatte efficacemente con l'amore per la vita , il male con il bene , l'odio con l'amore ... , l'ingiustizia, più frequentemente col perseguire la giustizia della legalità divina e umana , che la giustizia della spada , cosa soltanto umana . . . , raramente anche divina.
Ogni cristiano vero, pur vivendo nel mondo finito e visibile, non vive in realtà solo per esso , ma vive specialmente per il mondo infinito e invisibile , che solitamente si dice essere il cielo; e questo mondo, dove risiede in modo speciale e in eterno il Cristo Risorto e onnipresente , parla a noi, e rivela a noi anche su questa terra, specialmente su questa terra , il suo mistero pasquale: allora tale mistero conferma essere la radice e la prova più potente della vita eterna. E fa ciò, mediante la carità vissuta , che è la via maestra con la quale esso si rende meglio visibile e comprensibile agli uomini .
Ogni cristiano vero, tra tutte le scienze , conosce la più vera e necessaria, che apre la strada a tutte l' altre, e che è la scienza di Dio, di quel Dio che è scritto risiedere in lui , tutti i tesori della sapienza e della scienza (Col. 2,3) .
E' dunque dal mistero della Pasqua, prim' ancora che dal talento o altra causa contingente , che provengono le bellezze della sapienza , della scienza e dell' arte, della civiltà cristiana . Perciò oggi, come in passato e come in futuro, la via maestra del progresso e della civiltà , non è posseduta dagli uomini , non ce l' hanno in tasca gli uomini, come sostengono da tempo i credenti e certi filosofi e i miscredenti , ma ce l' ha nel cuoce e nella mente il Risorto stesso , come dimostrano duemila anni di storia e come egli stesso disse : Io sono la via, la verità e la vita ... (Gv. 14,6) .
FINE |
NOTE
1 : C.Lapucci, La bibbia dei poveri . Milano, Garzanti-Vallardi, 1995, p.89) .
2 : Ugo da S. Vittore . Citato da F. Maspero A. Granata , Bestiario medioevale, Casale Monferrato (AL) , Piemme , 1999 , p. 367.