Sottofondo musicale da Schumann | ||||
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SPIEGAZIONE DELLA IMMAGINE : Al centro c'è l'immagine della Sindone elaborata elettronicamente, con due orologi, uno per parte : seguono due pota- tori d'olivi e Gesù che porta la Croce di Sebastiano del Piombo (1485-1547) . |
La Sindone, richiama la signoria della Resurrezione su tutti gli aspetti della vita, gli orologi richiamano il tempo, i potatori d'olivi richiamano il lavoro grande mezzo di pace, scandito dal tempo nuovo della resurrezione; il portare la Croce, richiama la Passione; il fuoco, richiama il Cero pasquale, i petali di rose sullo sfondo, richiamano il sangue prezioso della redenzione . |
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Il borgo , potremmo dire , il villaggio globale, anzi l'universo intero dei mondi visibili e invisibili, oggi risona / e si rallegra del risorto Iddio 1) .
La Pasqua infatti, come mistero vivo, risuona e parla negli animi, li rallegra, li fa consistere, li ringiovanisce, nutrendoli in maniera unica e inconfondibile , trionfale, non solo perché rappresenta la vittoria sulla morte, ma specialmente perché significa il ritorno alla vita, nonostante la morte del peccato ; significa la compagnia permanente del Risorto, nonostante la solitudine e l'ignominia della Croce, anzi, proprio grazie alla solitudine e alla ignominia della Croce ; significa , per chi crede, risorgere fin da ora, nonostante l'epilogo della morte corporale e spirituale; significa avere non solo la speranza del futuro, ma anche la certezza della vita eterna, oltre l'apparente deperimento dell'effimero e del provvisorio .
La Pasqua è dunque: la Passione e la Resurrezione! E per conseguenza è in ultimo, gioia trionfale e santa, ineguagliabile, perché Dio da, con essa, la suprema prova e testimonianza di se stesso , risorgendo dalla morte :
infatti, agli albori della storia della salvezza, Dio aveva detto: Io sono colui che sono in eterno (Es 3,14)! E confermò tali parole liberando gli Ebrei dalla schiavitù degli Egiziani, donando il Decalogo e la Vecchia alleanza . Poi, giunta la pienezza dei tempi 2) , quando ormai quel medesimo Dio è nella Palestina dell’epoca, anche un Uomo adulto, e le guardie del tempio lo catturano nel Getsemani , dice ancora publicamente: Sono Io (Gv 18,5) ! E altrove : Io sono la via, la verità e la vita (Gv 14,6 ); Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno (Gv 6,51). Davanti a Pilato che lo deve giudicare, precisa : Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce (Gv 18,37)! Per i discepoli e apostoli , una volta risorto afferma : Guardate le mie mani e i miei piedi, sono proprio io (Lc 24,39); e come se non bastasse, a Tommaso incredulo giunge a dire : Metti il tuo dito qui e guarda le mie mani, porgi la tua mano e mettila nel mio fianco (Gv 20,27)...... .
Tuttavia, la parola di Dio che testimonia di sé stesso, anche se resa massimamente autorevole dalla Resurrezione del Cristo, nel corso del tempo aumenta di certo il numero dei seguaci o credenti, ma non cambia l’atteggiamento sostanziale e complessivo dell’umanità che l’ascolta; infatti sia prima che dopo la Resurrezione, sia prima che dopo la Nuova Alleanza, tale parola, non ha in tutti gli uomini il medesimo effetto di conversione: ad esempio , negli sgherri del tempio che catturano il Messia, quella parola proveniente da Dio che dice: Sono io, fece si che i medesimi sgherri indietreggiarono e (come poco dopo i soldati a guardia del sepolcro e davanti al Risorto), caddero a terra (Gv 18,6), perché la malizia o il fine non retto che li qualificano , non possono stare davanti alla Verità, senza cadere. Tuttavia, poi si rialzeranno da terra e cattureranno il Cristo. Giuda colpevole di tradimento, morirà suicida (Mt 27,3-5), cioè si darà la morte perché col suo tradire non seguito da richiesta alcuna di perdono, anziché convertirsi, preferì cacciare da se stesso per l'ennesima e ultima volta , la Verità e la Vita, cioè il Cristo. Quelli che sono dalla parte della verità , infatti, ascoltano ciò che dice il Cristo, come abbian visto sopra, e per conseguenza ne deriva, che quelli che non parteggiano per il vero, come in tal caso Giuda e gran parte del Sinedrio, non ascoltano Dio-Cristo in niente, e pertanto non lo ascoltano e non lo credono e anzi lo combattono specialmente nella testimonianza veritiera e fondamentale che lo stesso Dio-Cristo, dà generosamente e gratuitamente, di sé . E altrove s'annota infine, che chi non è con lui , con il Cristo, è contro di lui ..., cioè , è contro Dio (Mt 12,30).
In questo contesto , restano almeno due le grandi categorie d'uomini, che s'accostano a Dio prima e dopo la Pasqua : quelli che lo fanno con intenzioni rette e che cercano il vero (si che finiscono per convertirsi, diventando credenti o santi), e quelli che invece hanno intenzioni scorrette o malvage e in definitiva, mai si convertono, perché non sono sinceramente interessati alla ricerca della verità .
In questa ripartizione duplice, vi è tuttavia un settore, una categoria, una classe , un partito, che pur appartenendo alla setta dei dogmatici misconoscitori della verità, tuttavia si distingue ulteriormente da questa setta, perché giunge a misconoscere in particolare la regalità di Dio , e a tale uopo non esita a riconoscere a pieno, solo la regalità di Cesare :
a questo partito appartengono dunque i sacerdoti capi del Sinedrio, che di fronte a Pilato chiedente : Crocifiggerò il vostro re ? Essi rispondono : Non abbiamo altro re, che Cesare (Gv 19,15) . Costoro dunque, questi sinedristi, che nella circostanza hanno accezione di assassini, oltre che tali o deicidi, sono specialmente e più in generale , prevaricatori dei diritti divini , i quali diritti pretendono come minimo che l' uomo dia a Dio ciò che è di Dio e a Cesare ciò che è di Cesare (Mt 22,21) .
In conclusione e riassumendo, coloro che riconoscono la sola regalità di Cesare, ma non anche quella di Dio , sono sostanzialmente , dei prevaricatori dei diritti di Dio, prima ancora d'essere dei deicidi, come i capi sacerdoti e no, del sinedrio .
E qui è facile il parallelo col nostro mondo attuale, dove in vari modi , spesso si vuol far passare l'idea e il costume conseguenti, secondo i quali, Cesare e il mondo hanno tutti i diritti, compresi quelli di vita e morte sui sudditi, mentre Dio e il cielo, non hanno diritto alcuno, e specialmente non devono avere il tradizionale diritto divino, di dare o togliere la vita; anzi, se possibile ci si affanna a dimostrare o la morte o la non esistenza di Dio, perché in ultimo, deve esser Cesare l' unico padrone o soggetto, di regalità .
Ebbene la Pasqua, quale festa della Resurrezione dalla morte, costituisce prima di tutto la risposta suprema a questa categoria di persone o di prevaricatori; risposta ai prevaricatori che è al contempo, anche un invito solenne e supremo a ravvedersi; ma in secondo luogo, costituisce la risposta piena anche ad ogni altra persona della cristianità o del consorzio umano, che desidera la vita, tanto sinceramente quanto legittimamente, e respinge del pari, la morte.
La Pasqua è dunque la smentita oggettiva di tutti quelli che volentieri qua e là per il mondo, proclamano la morte di Dio e il diritto conseguente a prevaricare su ogni diritto divino, appellandosi tuttavia, a Cesare .
Ma al di là di questa malattia filosofica e spirituale, che caratterizza come abbiamo detto una tipologia umana o talvolta un'epoca (e specie la nostra epoca), la Pasqua è inoltre, lo ripeto, la risposta della vita suprema e divina , alla morte , è la profonda e cosmica garanzia del futuro, per chiunque (cristiano o no) abbia tuttavia nell'animo l' onesto e sincero desiderio di vivere e cercare il vero .
In definitiva, la Pasqua , non è soltanto la forza della vita, che come tale, dimostra la sua signoria eterna e trionfale sul tempo mortale e sul male deperibile o immortale che sia, ma è anche, per naturale conseguenza, pure l'inizio concreto e senza fine , già visibile su questa terra, di una umanità e di un mondo nuovi e eterni, secondo l' uomo nuovo di cui parla l' Evangelo.
FINE
NOTE
1: Giosuè Carducci , Iuvenalia, I, XXII, sonetto composto presso la propria famiglia, in Maremma, dove trascorse le vacanze durante la Pasqua dell'anno 1858. Il soggetto principale della composizione, è il fratello Dante morto suicida , e che nonostante la bellezza della primavera e della Pasqua nostrane , non è più coi familiari. Successivamente , il componimento fu rimaneggiato varie volte dal Carducci, nel 1866, 1868, fino al 1891.
2: XIII-XV secoli dopo , tanto è il tempo che intercorre tra le parole dell' Esodo: Io sono colui che sono, e i fatti della Passione . Infatti, alcuni ritengono che il libro dell' Esodo fu scritto nel secolo XIII° a.C. , altri nel XV°... . Che la venuta del Cristo rappresenta la pienezza dei tempi, ce lo dice S. Paolo: Eb 9,26 : Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso ; Ef 1,10: Egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua clemenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi (La Bibbia di Gerusalemme, Bologna, CEI-Dehoniane 1971-73) .
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