LA PASQUA O RESURREZIONE ATTUALE E ETERNA (SOSTANZA DEL CRISTIANESIMO), PER POTER ESSERE COMPRESA E PERSEGUITA AL MEGLIO, PRESUPPONE LA STESSA CONDOTTA DI VITA DEL CRISTO
SANTA PASQUA |
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DELL'ANNO 2010 |
La Pasqua termine fisso della vita umana e divina |
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La Pasqua , Vita di Dio, vocazione e vita eterna, offerte all'uomo |
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Piero della Francesca, Resurrezione, 1465 c., Sansepolcro (AR) , Pinacoteca Comunale |
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Deum nemo vidit umquam: Unigenitus Filius, qui est in sinu Patris, ipse narravit :
Dio nessuno l’ha visto mai. L’Unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato :
Θεоν ούδειѕ έώραКεν πώποτε μονογενης Θεоς ό ών εις τον Кόλπον του πατρος έКεινοѕ έξηγησατο
(Gv 1,18)
Gesù è dunque rivelatore di Dio all’uomo, come dice il passo soprastante; e possiamo indurre, dell’uomo all’uomo stesso, perché quale Dio fatto Uomo, assunse e visse (assume e vive) l’umanità perfetta .
In quanto Dio, Gesù ha parole di vita eterna (Gv 6,68) ed è termine di salvezza e di vita eterna (Gv 11,25).
In quanto uomo , conferma il Decalogo o legge divina (Mt 5;17; Rm 10,4…), e spiega col suo esempio e insegnamento diretto da unico e supremo Maestro (Mt 23,8), i termini della Nuova Alleanza, cioè come si deve pregare e vivere per fare la volontà di Dio, che vuole la salvezza attuale e eterna di tutti gli uomini .
La Pasqua è dunque la resurrezione definitiva, vale a dire, è l’Uomo-Dio che in quanto Dio, per primo esce per sempre dal sepolcro; e così facendo, comanda e promette a tutti i mortali, la medesima uscita o resurrezione eterna, oggi mediante la fede e le sue conseguenze salutari e salvifiche (evidenti e insieme misteriose), domani alla fine del mondo, mediante la resurrezione di tutti i corpi, che si riuniranno alle loro anime immortali, per essere giudicati degni o no del Regno Eterno di Dio.
Ma perché questo progetto pasquale di vita attuale e eterna vada a buon fine, è necessario che gli uomini vivano imitando al meglio l’umanità di Gesù, l’Uomo nuovo e perfetto che abolì il più antico .
Perciò la Pasqua, sostanza del cristianesimo (1Cor 15,14), per potere essere compresa e perseguita o vissuta al meglio nei suoi fecondi effetti presenti e futuri, terreni e eterni, visibili e invisibili, presuppone la stessa condotta di vita del Cristo; dentro questa condotta o sequela, non si è creature qualunque che concludono la loro esistenza sbiaditamente, ma si è creature pasquali, cioè votate allo splendore della resurrezione e della vita eterna, nonostante la morte temporanea del corpo.
La rivelazione di Dio ad opera di Gesù, ci svela pertanto mirabilmente il Dio della vita; cioè, ci rivela quello che è il principale attributo del Creatore, vale a dire la sua esclusiva capacità di creare la vita dal nulla al posto del nulla o della morte, di dare la vita e far vivere in eterno, sconfiggendo definitivamente la morte propagata e tenuta in essere dal peccato; in altre parole, ci rivela l’essenza pasquale del Signore; ma lo stesso Signore, ben si osservi, non si è tenuto per sé la sua parte principale, la sua esclusiva qualità divina e pasquale (il suo essere sorgente di vita), dimenticandosi degli uomini perituri a causa della loro disubbidienza originale e delle sue conseguenze negative; ma al contrario, con generosità ineguagliabile (degna di Dio) ha voluto condividere in eterno con gli stessi uomini, la principale qualità di se stesso, vale a dire, il suo essere pasquale o divino, il termine fisso della vita e della vita eterna.
Pertanto, se noi siamo creature pasquali, possiamo esserlo perché la Pasqua, quale resurrezione e vita eterna, è il principale attributo di Dio stesso, il Dio della Vita; proprio quel Dio unico e mirabile (eterno e senza eguali) rivelato da Gesù , che dopo averci creato dal nulla e ricreato con la redenzione, ha voluto condividere definitivamente con noi non una parte marginale di se stesso, ma la parte principale e più qualificante, cioè il suo essere Pasqua, vale a dire, la divina resurrezione e vita eterna.
FINE