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Pericle Fazzini - Resurrezione (Vaticano, 1975) |
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Il Battista venne come testimone …perché tutti credessero (Gv 1,7) . Dio che ha preso la natura umana, si fa precedere dalla testimonianza diretta di un uomo profeta, così come in antico, si era fatto precedere da quella dei profeti e delle loro profezie; e dopo aver dato egli stesso, in quanto Uomo-Dio, la testimonianza effettiva di sé mediante la propria vita santa e la Resurrezione perenne, lascia nel mondo ai suoi seguaci, il dovere fondamentale della testimonianza; dovere strettamente connesso all’annuncio del Vangelo, quando dice : Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo (Mt 28,19-20) .
Tutta la missione della Chiesa o dei cristiani, persino quelli che hanno preceduto il Cristo come il Battista, non può dunque prescindere dal dovere fondamentale di annunciare e testimoniare Cristo-Dio . E si può dire in un certo senso, che anche i profeti e santi dell’Antico Testamento, anche tutta la vita del Popolo dell’Antica Alleanza, in diversa misura e modo, partecipano anch’essi mediante la vita ordinaria del popolo eletto, come mediante le profezie e le figure o il senso spirituale della Scrittura,… all’annuncio e alla testimonianza del Messia, Gesù .
Che significa dunque questa insistenza sulla testimonianza da parte di Dio ? Che significa, se da un lato Dio è testimone di sé in quanto Verità; e dall’altro, pur essendo la Verità suprema, abbisogna ciononostante di numerosi testimoni della medesima Verità, cioè di sé stesso ?
La risposta è che Dio potendo tutto, potrebbe facilmente fare a meno anche di noi e della nostra testimonianza ; ma non vuol fare a meno di noi, perché quale nostro Creatore e Padre, rispetta la nostra libertà . Insomma, Dio ci propone di essere spontanei e liberi suoi testimoni (e perciò mai obbligati testimoni), affinché la nostra immagine e somiglianza con lui, abbia (per così dire) il battesimo della vita quotidiana e dell’intera esistenza terrena. In conclusione egli vuole metterci alla prova per vedere se siamo degni di lui, se siamo cioè veramente sua immagine e somiglianza in conformità e oltre l’antropologia e specie nell’esercizio della nostra libera volontà. Perciò, secondo la dottrina, se alla fine dell’esistenza terrena costaterà lo stesso Dio, che la nostra somiglianza con lui è evidente e sufficiente perché confermata dalle buone azioni, si andrà in Paradiso; se no in Purgatorio o all’Inferno.
Ma da dove appare la suddetta insistenza sulla testimonianza da parte di Dio ? Appare dall’intera Scrittura; ma anche dai seguenti fatti scritturali : la nascita, morte e resurrezione, avvengono con ratifica testimoniante delle autorità pubbliche : Cesare censisce (Lc 2-1-7), il Sinedrio, la più alta istituzione ebraica emanante leggi e amministrante la giustizia, chiede la morte di Gesù (Lc 22,1..23,10..), Pilato Prefetto di Cesare nella Provincia romana della Giudea dal 26 al 36 d. C., la esegue ordinando la crocifissione quale giudice al di sopra del Sinedrio e alle dipendenza rappresentativa di Roma (Lc 23,24...), e tutti i Giudei, e tutta la diaspora giudaica recatasi a Gerusalemme per la Pasqua (proveniente da ogni parte del mondo di allora - At 2,5..-) assiste in qualche modo, alla morte e resurrezione e ai fatti conseguenti .
Però tutta questa tipologia umana, o da carnefici o da spettatori, suo malgrado finisce per partecipare direttamente o per sentito dire, all’evento della morte e resurrezione del Messia. E’ una umanità il cui carattere fondamentale, è di essere testimone. E tra questi testimoni hanno un primato i discepoli e gli apostoli, perché credenti (e non miscredenti o solo curiosi) e perché più avanti nella dottrina e nella fede, essendo stati formati dall’esempio vivo di Gesù, da quando decisero di seguirlo; ma anche i carnefici come il centurione, anche Pilato stesso, anche il Sinedrio stesso, a loro modo sono testimoni; cioè lo sono in quanto autorità preposte che eseguono la crocifissione, sebbene la eseguono colpevolmente, cioè contro un innocente. E testimoni lo sono pure in seguito, perché vivendo a Gerusalemme, c’è da aspettarsi che alcuni di loro come altri, videro e raccontarono la Resurrezione o il Risorto, se una volta , è scritto che apparì persino a un gruppo di cinquecento persone (1Cr 15,6) e le apparizioni durarono quaranta giorni (At 1,3) dopo la resurrezione.
Dio dunque è testimone di sé e insieme chiama il mondo intero a diventare testimone suo. Il Dio che testimonia se stesso all’uomo facendosi uomo (prendendo la natura umana) e risorgendo dalla morte, al contempo rivela il progetto fondamentale che egli ha dell’uomo medesimo, chiamandolo ad essere suo testimone o collaboratore; e anzi, della testimonianza ne fa il dovere fondamentale dei cristiani sulla terra e la vocazione fondamentale di tutti gli uomini.
Ma così facendo, il medesimo Dio, rivela al contempo quale sia il bisogno e il destino prioritario della stessa Umanità :
conoscere Dio e vivere secondo Dio, cioè secondo Gesù Cristo.
Infatti se tutti gli uomini sono potenziali testimoni di Dio, perché in grado di vivere a guisa della sua volontà o del suo progetto fondamentale di vita, la rivelazione di tale identità da testimoni quale traspare dalla Scrittura, implica come necessità umana più immediata o prioritaria, di conoscere Dio e vivere secondo la sua legge, perché non si può testimoniare ciò che prima non si conosce.
Però dov’è che il mondo attuale dimostra effettivamente vivo tale bisogno fondamentale, di conoscere e vivere secondo il Cristo ?
La risposta è che in parte non lo mostra essendo un bisogno recondito alla vista umana ordinaria; ma al contempo in parte lo mostra nel bisogno generale (antico e moderno) di maggiore giustizia rispetto al passato, maggiore unità, fraternità, uguaglianza, democrazia… ; bisogni soddisfatti peraltro parzialmente sia dalle maggiori capacità tecniche odierne che dalla maggiore consapevolezza interiore; onde ad esempio, potendo produrre di più e meglio rispetto al passato, si potrà anche sfamare di più e meglio..ecc. ; questi bisogni però (che in ultimo solo la religione cristiana ampiamente assunta, potrà soddisfare con pienezza, a mio parere) hanno un carattere universale . Anzi si può dire per alcuni aspetti, che lo dimostra nel generale movimento verso l’unione (globalizzazione) del modo di produrre e vivere o essere; onde, il mondo unendosi, vorrebbe anche evangelicamente emanciparsi da ogni miseria e svantaggio di alcuni popoli e individui rispetto ad altri popoli e individui.
Ma proprio perché si tratta di un movimento legittimo in quanto universale aspirazione alla giustizia, le forze contrarie, tentano intercettarlo e strumentalizzarlo, esasperando la precarietà del lavoro e togliendo creatività e stabilità ai rapporti di produzione e tra le classi sociali; potendo così colpire efficacemente sia l’individuo che la famiglia anche dal lato economico; onde c’è il rischio effettivo che vada a buon fine la strategia prioritaria e fondamentale dell’ Inferno, cioè snaturare i diritti della persona, della famiglia e confondere per quanto possibile, la fede nella Pasqua, cioè nella Resurrezione della Vita rinata per sempre dal profondo e gelido sepolcro.
In questo contesto si punta decisamente a ricreare la divisione antica tra liberi e schiavi, potenziata in aggiunta, da duemila anni di digiuno o astinenza da tale istituzione, e perciò con gli appetiti predatòri repressi nei secoli, e oggi finalmente irrefrenabili.
Ma per quanto vero e potente possa essere questo progetto strumentalizzante dell’impero del male, per cui alcuni imprenditori e politici e rinnegati di Dio di ogni specie e risma, ne sono in gran parte l’esercito, ancor più potente e insopprimibile soffia il vento dello Spirito di Dio. E questo vento soffia per far cadere tutti i castelli idolatrici, tutti i meccanismi tesi a strangolare la vita dei più deboli e poveri materialmente e spiritualmente. E’ questo infatti il vento della libertà divina, che libera l’uomo da tutte le schiavitù, a cominciare da quella del peccato o errore, rendendolo perciò capace di progredire davvero. Il conflitto tra i due spiriti, quello del male e quello di Dio, produrrà perciò numerose vittime, come si deduce dalle lezioni del passato; ma alla fine il progetto fondamentale di Dio, cioè fare del mondo intero, una sua degna testimonianza (la testimonianza della verità, con dimensioni molto superiori alla testimonianza attuale) non potrà non trionfare.
Questo trionfo dipende in ultimo da Dio; ma i tempi del medesimo, cioè se avverrà presto o tardi, non possono non dipendere da quanto i cristiani (e tutti quelli che hanno buona volontà) sono disposti a essere degni testimoni di Cristo.
Buona Pasqua,
Orlando Metozzi
FINE