PERCHE' IL CIELO E' VENUTO  PER SEMPRE AD ABITARE LA TERRA ?

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BUON NATALE 2007 E ANNO NUOVO 2008

 

   
 

Agnolo di Cosimo (detto il Bronzino), Sacra Famiglia con Sant'Elisabetta e San Giovannino (1545-468), olio su tavola, Vienna, Kunsthistorisches Museum.

 

 

Pagina web con sottofondo musicale.

 

     

SANTA EPIFANIA DELL'ANNO 2008

 

 

TESTO

 

                Tu, o Cristo (insieme al Padre ed allo Spirito), sei il Creatore del Cielo e della terra; anzi in altre parole, sei il Cielo medesimo. Viene da chiedersi pertanto come mai da abitante e termine primo di un tale luogo superiore, il cielo stesso capace di bastare a se stesso, hai preso ciononostante stabile cittadinanza, in un luogo inferiore, quale è la terra.

                 Rispondi che sei venuto nel mondo prendendo la natura umana, proprio perché, secondo l’economia a te nota e in parte rivelata biblicamente, si sviluppino e regnino per sempre, il vero, la virtù, il bene, la vita…la salvezza, la tua gloria, che è anche la bontà e santità dell’uomo, tua immagine. Sei venuto perché tutte queste cose regnino stabilmente proprio dove più sono mancate o mancano, cioè in mezzo agli uomini oggi e domani:

                  infatti, non si tratta di cose qualunque, che anche altri possono darci; ma si tratta di cose che soltanto tu possiedi in pienezza e puoi darle a chi vuoi secondo il merito, perché soltanto tu sei il Dio della vita, la vita stessa. Tu sei il cielo, il termine fisso e sostanziale del regno di Dio che vuole eliminare l’opposizione o la distanza impropria, tra il cielo e la terra; distanza mai voluta da te, ma creata solo dalla disubbidienza dei progenitori, su istigazione satanica (Gn 3).

                  Rispondi che da quando sei venuto quale Uomo-Dio in mezzo agli uomini, scarsa utilità ha per il singolo il computo  della quantità dell’errore o del male rispetto al bene; ma più di prima, cioè più che nel tempo antico quando dovevi ancora venire e fare del bene era più difficile, giova oggi nel tempo nuovo, fare del bene quotidianamente; giova progettarlo e farlo in tua compagnia, e se occorre, senza che la mano sinistra sappia cosa fa la destra (Mt 6,3).

                  Pertanto sei tu la risposta vincente del mondo del bene e dei buoni che amano la vita, contro il mondo del male e dei cattivi, che in sostanza (spesso mascherati da buoni) odiano la vita; sei tu il massimo bene, il bene vittorioso, contro la pretesa del peccato e della morte, del male, che talvolta vorrebbero essere l’ultima parola, senza appello alcuno.

                  Poiché sei venuto, è la speranza per prima a prosperare sulla terra, rigogliosa come mai; è la speranza che si sente affrancata dalla morte e dall’errore (che spesso coincide col  peccato) e ha davanti a se come conferma e fondamento, il volto di Dio, il tuo volto nella forma umana, racchiudente al contempo anche quella sovraumana ed eterna: infatti tu sei l’Uomo-Dio.

                  Poiché sei venuto, nessuna cosa dell’universo visibile e invisibile, è tale e quale a prima; ma tutto è nuovo e trova senso compiuto nella bontà del vivere in te, come te.

                  Tu Re del Cielo, il Cielo stesso, proprio perché sei tale, sei anche la chiave dell’universo visibile e invisibile e del mondo medesimo. Sei tu, o Gesù Bambino, o Risorto, la scienza più vera e profonda, la soluzione tra tutte le possibili soluzioni.

                  E ciò è vero sempre. Anche quando alcuni o molti dicono che non è vero. Anche allora è questione di tempo: ed ecco le nubi diradano,  torna il sole, e sotto il sereno limpido alla luce della storia, tutti quelli che hanno retta intenzione, devono ammetterlo, riconoscerlo: tu avevi piena ragione; ancora una volta (tra tante verità apparenti) era vero solo il tuo evangelo, la tua dottrina; e perciò sono stati ingannati, sono ingannati, quelli che ne hanno dubitato, quelli che ahimè ne dubitano. Ancora una volta, sono stati salvati, vengono salvati pienamente e per sempre dall’errore e dalla morte, quelli che invece, meritevolmente ti hanno creduto, ti credono. 

                  Ora il loro profumo, il profumo o la realtà dei veri credenti (veri ai tuoi occhi infallibili più che a quelli del pubblico vario), sigillati dal sangue tuo e dei martiri, benedetti misteriosamente dal sorriso e dal cuore infinito del cielo, inondano di speranza e certezza incontenibile, l’avvenire terreno e eterno.

                  E’ questa certezza incorruttibile dell’oggi e del domani, stabilmente posta in essere sulla terra dal cielo medesimo, una certezza solare della fede che intrepida vince sempre (anche da sola; ma non è la sola), contro il dubbio nero dell’errore o della irrazionalità:

                   e anche questa certezza è una novità e insieme un tuo dono rispetto al passato che non ti conosceva e rispetto al presente neopagano, che avendo appetiti da te condannati perché contrari al bene della vita, rifiuta volentieri di credere in te, di conoscerti  e riconoscerti e attribuirti invero, tutti i meriti che ti spettano come Dio e come Uomo.

 

 

FINE

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