Sapevate che quella europea è una bandiera cristiana? Non tutti conoscono la storia della bandiera dell'Unione europea, quella con le dodici stelle disposte a cerchio in campo azzurro, un vessillo che porta impresso il marchio della devozione mariana del Cattolicesimo. Sia i colori, che i simboli, che la loro disposizione in tondo sono stati ripresi direttamente dalla devozione alla Vergine. Dall'azzurro del cielo alle dodici stelle che sono infatti quelle dell'Apocalisse biblica in cui compare la Madonna con in capo una corona di dodici stelle. Il dodicesimo capitolo dell'Apocalisse riporta: " Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una Donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle". Ce lo racconta il famoso giornalista e scrittore cattolico Vittorio Messori: La vicenda, dunque, inizia nel 1949 quando, a Strasburgo, fu istituito un primo «Consiglio d'Europa», un organismo poco più che simbolico e privo di poteri politici effettivi, incaricato di «porre le basi per un'auspicata federazione del Continente». L'anno dopo, anche per giustificare con qualche iniziativa la sua esistenza, quel Consiglio bandì un concorso d'idee, aperto a tutti gli artisti europei, per una bandiera comune. Alla gara partecipò pure Arsène Heitz, un allora giovane e poco noto designer che al tempo della nostra inchiesta era ancora vivo e lucido, pur se ultra novantenne. Heitz, come moltissimi cattolici, portava al collo la cosiddetta «Medaglia Miracolosa», coniata in seguito alle visioni, nel 1830, a Parigi, di santa Catherine Labouré. Questa religiosa rivelò di avere avuto incarico dalla Madonna stessa di far coniare e di diffondere una medaglia dove campeggiassero le dodici stelle dell'Apocalisse e l'invocazione: «Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te». La devozione si diffuse a tal punto nell'intero mondo cattolico da fare di quella «Medaglia Miracolosa» uno degli oggetti più diffusi, con molte centinaia di milioni di esemplari. Ne aveva al collo una di latta e legata con uno spago anche santa Bernadette Soubirous quando, l'11 febbraio del 1858, ebbe la prima apparizione della Signora, che apparve vestita proprio di bianco e di azzurro. Ebbene, Arsène Heitz non era soltanto uno degli innumerevoli cattolici ad avere su di sé quella Medaglia nata da un'apparizione, ma nutriva una speciale venerazione per l'Immacolata. Dunque, pensò di costruire il suo disegno con le stelle disposte in circolo, come nella Medaglia, su uno sfondo di azzurro mariano. Il bozzetto, con sua sorpresa, vinse il concorso, la cui commissione giudicatrice era presieduta da un belga di religione ebraica, responsabile dell'ufficio stampa del Consiglio, Paul M. G. Lévy, che non conosceva le origini del simbolo, ma fu probabilmente colpito positivamente dai colori. In effetti, l'azzurro e il bianco (le stelle, lo dicevamo, non erano gialle ma bianche nel bozzetto originale) erano i colori della bandiera del neonato Stato d'Israele. Quel vessillo sventolò la prima volta nel 1891, a Boston, sulla sede della «Società Educativa Israelitica» e si ispirava allo scialle a strisce usato dagli ebrei per la preghiera. Nel 1897, alla Conferenza di Basilea, fu adottato come simbolo dell'Organizzazione Sionista Mondiale, divenendo poi nel 1948 la bandiera della repubblica di Israele. In una prospettiva di fede è felicemente simbolica questa unione di richiami cristiani ed ebraici: la donna di Nazareth, in effetti, è la «Figlia di Sion» per eccellenza, è il legame tra Antico e Nuovo Testamento, è colei nel cui corpo si realizza l'attesa messianica. Anche il numero delle stelle sembra collegare strettamente le due fedi: dodici sono i figli di Giacobbe e le tribù di Israele e dodici gli apostoli di Gesù. Dunque, il giudeo-cristianesimo che ha costruito il Continente unito in uno stendardo. Sta di fatto che alcuni anni dopo la conclusione del concorso d'idee, nel 1955, il bozzetto di Heitz fu adottato ufficialmente come bandiera della nuova Europa. Tra l'altro, a conferma dell'ispirazione biblica e al contempo devozionale del simbolo, il pittore riuscì a far passare una sua tesi, che fu fatta propria dal Consiglio d'Europa. Ci furono critiche, infatti, visto che gli Stati membri erano all'epoca soltanto sei: perché, allora, dodici stelle? La nuova bandiera non doveva rifarsi al sistema della Old Glory, lo stendardo degli Usa, dove ad ogni Stato federato corrisponde una stella? Arsène Heitz riuscì a convincere i responsabili del Consiglio: pur non rivelando la fonte religiosa della sua ispirazione per non creare contrasti, sostenne che il dodici era, per la sapienza antica, «un simbolo di pienezza» e non doveva essere mutato neanche se i membri avessero superato quel numero. Come difatti avvenne e come ora è stato stabilito definitivamente dalla nuova Costituzione. Quel numero di astri che, profetizza l'Apocalisse, fanno corona sul capo della «Donna vestita di sole» non sarà mai mutato. Per finire con un particolare che può essere motivo di riflessione per qualche credente: la seduta solenne durante la quale la bandiera fu adottata si tenne, lo dicevamo, nel 1955, in un giorno non scelto appositamente ma determinato solo dagli impegni politici dei capi di Stato. Quel giorno, però, era un 8 dicembre, quando cioè la Chiesa celebra la festa della Immacolata Concezione, la realtà di fede prefigurata da quella Medaglia cui la bandiera era ispirata. Un caso, certo, per molti. Ma forse, per altri, il segno discreto ma preciso di una realtà «altra», in cui ha un significato che per almeno mille anni, sino alla lacerazione della Riforma protestante, proprio Maria sia stata venerata da tutto il Continente come «Regina d'Europa». Quel giorno dell'8 dicembre, tra le altre cose, i padri fondatori dell'Unione Europea, i tre ferventi cattolici (di nome e di fatto), l’italiano Alcide de Gasperi, il francese Robert Schumann e il tedesco Konrad Adenauer, all’occasione recitarono: “Non c’è altra meta che meriti il nostro sacrifico quotidiano, non c’è altra bandiera che meriti la nostra continua battaglia, non c’è altra battaglia che quella dell’ispirazione cristiana della vita, non solo degli individui, ma nella ricostruzione della società e della Nazione. Tutti i Paesi dell’Europa sono permeati dalla civiltà cristiana. Essa è l’anima che occorre ridare all’Europa e di essa sono i valori che ci hanno spinto ad unirci". Un fatto, e non di poco conto, lascia però l'amaro in bocca. Il sito on-line dell'Unione Europea descrive la bandiera nei seguenti termini: "Le 12 stelle in cerchio simboleggiano gli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli d'Europa". Tutto qui. In nome di un mostruoso politicamente corretto, un assurdo finto sentimento di laicismo tendente all'ateismo di Stato, e schiacciando la verità storica di due millenni di cultura cristiana, l'Istituzione dell'UE nega spudoratamente la valenza del simbolo cristiano-mariano. D'altronde, da un organo che ha rifiutato il riconoscimento delle "radici cristiane" nella propria Costituzione che altro c'era da aspettarsi ?
Di questo passo, fra qualche giorno ci spiegheranno pure che nello stemma della nostra marina militare e civile italiana, quello delle antiche Repubbliche marinare, quelle che si vedono non sono croci cristiane ma simboli matematici d'addizione, mentre il leone di San Marco simboleggia la particolare devozione che lo Stato Italiano ha verso gli animali africani. Dobbiamo ridere? No, c'è da piangere.
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E tanto per essere ulteriormente ironici: trovate qualche somiglianza? |
FINE