SE VIVESSIMO L'ERA DELLA SCIENZA

(Antonino Zichichi,  Perché io credo in colui che ha fatto il mondo ,  Milano, Tropea 2009, pp.47-48)

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Allegoria della Ragione, ricavata da un'opera di Giorgio Vasari (Affresco : Allegoria della Ragione), da certa signora  Lauryell  

 

                 Se vivessimo l'era della scienza, questi valori farebbero parte integrante della cultura cosidetta moderna. Si tratta infatti di verità che fanno della Scienza un'attività intellettuale in perfetta comunione con il pensiero religioso. Siamo di fronte alle due componenti essenziali nellequali si articola la nostra esistenza: una che opera nell'Immanente, la Scienza, e l'altra che opera nel Trascendente, la Fede.

                Ed ecco la spettacolare conclusione cui si arriva. La Scienza studiando l'immanente nel modo più rigoroso che l'intelletto umano abbia mai saputo concepire, scopre una serie di verità, i cui valori sono in perfetta sintonia con quelli che la stessa forma di materia vivente, detta uomo, apprende dalla Verità Rivelata.

                A quattro secoli da Galilei, si erge in tutta la sua splendida chiarezza quanto il padre della Scienza seppe vedere con un puro atto di fede: la Natura e la Bibbia sono entrambe opera dello stesso Creatore .

                La Bibbia diceva Galilei, è la parola di Dio. La Natura è invece la sua scrittura. La Scienza ha come obbiettivo di capire ciò che Dio ha scritto, usando il rigore della Matematica. Le leggi fondamentali della Natura sono infatti espresse da precise equazioni matematiche: diceva e pensava Galilei. Cosa ne sapeva il Padre della Scienza che studiando come oscillano i pendoli, o come rotolano le pietre lungo un piano inclinato, dovessero venire fuori leggi rigorose ? Poteva benissimo venire fuori il caos, l'arbitrio, il capriccio: un giorno così un anno dopo non più. A Pisa una legge, sulla luna un'altra. Galilei invece pensava a leggi fondamentali e universali, esprimibili in forma rigorosamente matematica. L'insieme di queste leggi doveva rappresentare e di fatto rappresenta, la logica del Creato.

                In quella pietra c'è la mano del Signore. Studiando gli oggetti volgari scoprirò la mano di Colui che ha fatto il mondo. Fu questa fede che spinse Galilei a sfidare la cultura dominante del suo tempo. Lui voleva semplicemente leggere il Libro della Natura, scritto dal Creatore con caratteri matematici.

                Riassumendo: la Bibbia è scritta in modo semplice affinché tutti possano capirla e non ha lo scopo di spiegare come è fatta la parte immanente della nostra esistenza. essa ha lo scopo di tracciare per l'uomo la via che conduce al Signore.

                Il Libro della Natura ci rivela come è stato costruito il mondo: l'opera della Creazione. Quest'opera non poteva che essere scritta in modo rigoroso, con caratteri matematici. Ecco perché spetta agli scienziati in prima persona, adoperarsi affinché tutti possano sapere leggere quel libro stupendo e affascinante. In essa c'è scritto com'è fatto il mondo. Trattandosi di una costruzione, il suo linguaggio deve essere rigoroso. Saperlo leggere vuol dire mettere a beneficio dell'uomo le leggi che reggono il cosmo, in comunione, non in antitesi, con la parola di dio, che è la Bibbia.

                Se vivessimo l'era della Scienza, queste verità sarebbero patrimonio culturale di tutti.

 

 

FINE

 

 

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