CALENDARIO 2010,DEI LAVORI AGRICOLI
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Caricare la legna |
Arare |
Tritare la legna del fosso |
Pulire le pedagne degli olivi |
Scavallare la vigna |
Mietitrebbiare |
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Mietitrebbiare |
Pulire e medicare le arnie |
Decespugliare |
Letamare la Vigna |
Cogliere le olive |
Accatastare la legna |
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Questo Calendario è dedicato al Lavoro agricolo, ai Lavoratori agricoli e forestali, compresi i Datori di lavoro. Però considerato che tale lavoro in agricoltura è il più antico (era già nell'Eden di Adamo e Eva anche prima del peccato originale) e insieme il più naturale e necessario (perché implica un prolungato contatto con la natura e produce il cibo per vivere), credo possa dirsi a causa di tali primati, che rappresenta almeno in parte, anche ogni altra sorta di lavoro; perciò estendo la mia dedica a qualunque tipo di lavoro e lavoratore manuale o intellettuale che sia, nel mondo intero .
Ciò premesso devo far mettere l'occhio al lettore sul seguente aspetto : la serie di binomi, fatica e utilità, natura selvaggia e natura agricola, natura e poesia, uomo che lavora e poesia; infine, paesaggio frutto dell'Arte del lavoro, e talvolta mediante le ville, le chiese e i monasteri, i villaggi e i paesi, il paesaggio viene fortemente abbellito dall'Arte soltanto umana, cioè diventa un frutto ben visibile della inventiva e fantasia degli uomini, frutto che comunque rappresenta sempre un' isola in mezzo alla natura più estesa. Il binomio fatica e utilità, giustifica (cioè gli dà un motivo e un riscontro pratico) la poesia e la bellezza superiore del lavoro agricolo; il binomio natura selvaggia e natura agricola, in Toscana e nelle zone più coltivate dell'Italia, è divenuto nei paesi più antropizzati e tecnologicizzati, meno frequente e marginale; essendo che in molte zone prevalgono le superfici coltivate, rispetto a quelle incolte o boschive. Questo binomio serve la poesia e la bellezza del lavoro e del paesaggio sottolineando il contrasto tra la natura selvaggia dominata dalle leggi ecosistemiche e la natura modellata dall'agricoltura, dominata dalle leggi della produzione. Il binomio natura e poesia, è per così dire lo stupore di fronte alla bellezza soltanto naturale, per cui una montagna imponente come un ghiacciaio, come una nevicata sulla campagna, come il mare sotto il sole o al tramonto..., sono ritenuti belli di per sé senza che l'uomo abbia significativamente costruito una parte o il tutto. Questo binomio natura e poesia in certa misura si trova anche nel paesaggio e nel lavoro agricolo, nel senso che tale lavoro e paesaggio sono fortemente segnati e regolati dalla natura e dalle sue leggi, nonostante il fine produttivo che cerca sfruttare e asservire tali leggi . Il binomio uomo che lavora e poesia è intrinseco alla stessa attività del lavoro, quale parte importante della vita quotidiana più ordinaria che straordinaria, degli uomini. La poesia è noto che può essere catturata o espressa anche da un pittore realista che fa un ritratto, da un fotografo che ritrae soggetti in posa, da un regista che racconta un romanzo autobiografico o una storia o una fiaba...ecc . Ma nessuno di questi tipi di poesia è analogo e tanto significativa e promotrice del bello, quanto la poesia dell'uomo che lavora; infatti l'uomo che lavora, in un certo senso è purificato dalla disciplina della fatica e dell'esercizio; è innalzato dalla dignità dell'essere attivo e insieme utile a sé, alla azienda, alla propria famiglia e alla società; è ispirato e benedetto dal comando divino che agli albori disse di dover lavorare il suolo con fatica e sudore; e duemila anni orsono, come conseguenza della Croce ha ripetuto che mediante i frutti del lavoro agricolo, il pane e il vino presi come simboli, può conquistare oltre al riscatto dalla miseria terrena, nientepocodimeno che la vita eterna . Il binomio Paesaggio e arte del Lavoro, in tutte le sue svariate espressioni, è l'esecuzione più visibile del comando biblico di dominare il mondo; con le sue arti lavorative e creative, l'uomo mette la propria firma e parola nelle forme paesaggistiche, le personalizza, spesso le razionalizza per i propri fini e bisogni; e sebbene in questo processo commetta errori tipo l'inquinamento e la depauperazione ambientale, tuttavia questi errori o contraddizioni, non riescono a soffocare e distruggere la primigenia e naturale vocazione umana, al modellamento forte o sostanziale di interi settori del paesaggio. In questo contesto l'agricoltura è tuttoggi la principale protagonista, sul piano dell' azione; sebbene sia noto come l'urbanizzazione e conurbazione , gli sottraggano continuamente spazi preziosi e prestanti in fertilità come nella pianura . |
FINE