MADONNA DEL CONFORTO (un sentimento di devozione popolare universale e insieme tipicamente aretino ).15 febbraio 2005 |
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INDICE 1. Il fatto principale : Nasce in Arezzo, nel 1796, la devozione alla Madonna del Conforto, quando un' immagine della Vergine, inspiegabilmente , si illumina ; 2. Interrogatorio della Casiera Domitilla Bianchini , secondo il Registro del Processo sulla Madonna del Conforto, ordinato dal vescovo Niccolò Marcacci , fin dal 16-2-1796. 3. La devozione alla Madonna del Conforto, rappresenta una accezione (solo spirituale , ma non figurativo-iconografia) della devozione aretina più antica (Spirituale e figurativo-iconografica) , alla Madonna della Misericordia . |
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MADONNE DELLA MISERICORDIA E MADONNA DEL CONFORTO |
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1. Il fatto principale : Nasce in Arezzo , nel 1796 , la devozione alla Madonna del Conforto , quando un' immagine della Vergine , inspiegabilmente si illumina ;
La vera devozione non consiste né in uno sterile e passeggero sentimentalismo , né in una certa qual vana credulità , ma procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della madre di Dio e siamo spinti al filiale amore verso la madre nostra e all' imitazione delle sue virtù .
(Lumen Gentium -LG- n. 67) .
Oggi quindici febbraio 2005 , in virtù della vera fede sopradetta , corre l'anno duecentonovesimo dal miracolo del quindici febbraio 1796, quando nello Spaccio dei monaci camaldolesi presso Porta S. Clemente in Arezzo, Domitilla Bianchini casiera dell' Ospizio camaldolese , Antonio Tanti, Antonio Scarpini , Giuseppe Brandini , calzolai , pregando la Madonna , videro improvvisamente la sua immagine appesa al muro della medesima stanza nello Spaccio , imbiancare e molto risplendere di luce bianca o massima (Foto 7-8).
Finalmente anche ad Arezzo , forse si disse : Ecco direttamente dal Cielo un evidente lume soprannaturale , quale risposta certa e consolante , dopo quindici anni di paure dirette e indirette , naturali e soltanto terrestri; e dopo quindici anni di conseguenti e varii sconforti, pure essi troppo naturali e terrestri, specie a causa del pericoloso, mortale e potente terremoto , che ovunque , ancora oggi , quando vuole , la fa da padrone , in barba all'impotenza e alla vita umana :
gli aretini tutti , frattanto confermati anche dall' inchiesta del vescovo Niccolò Marcacci ( 1778-99), che vagliò subito la ragionevolezza e credibilità dei fatti nello Spaccio camaldolese suddetto, conclusero volentieri (clero e popolo, stavolta d'amore e d'accordo) , che la Madonna mostrandosi loro illuminata a quel modo straordinario proprio in risposta alla preghiera popolare , voleva comunicare in città , la sua intercessione salvifica , anche dal flagello del terremoto , oltre che dalla ordinaria o straordinaria disgrazia da Dio , per via dei peccati umani, che difficilmente mancano .
Fatto sta che dal 1796 , cioè per duecentonove anni fino ad oggi , in Arezzo così come non è più venuto un terremoto d' intensità tale da rovinare cose e persone , allo stesso modo , mai è venuta meno la devozione e la mobilitazione della pietà popolare verso la Madonna del Conforto .
E per gli aretini che venerano questa Vergine del Conforto , non v'è dubbio alcuno : il fatto poté essere è e sarà in futuro, opera meritoria della intercessione di Maria Santissima :
Madre del Conforto .
2. Interrogatorio della Casiera Domitilla Bianchini, secondo il Registro del Processo sulla Madonna del Conforto , ordinato dal vescovo Niccolò Marcacci , fin dal 16-2-1796 .
(Trascritto da : Don Silvano Pieri , La Madonna del Conforto -Cronaca dell'evento- , pp. 86-87 , in : Mater Christi, Altissime testimonianze del culto della Vergine nel territorio aretino... a cura di A.M. Maetzke -Secondo centenario della Madonna del Conforto : 1796 - 15 febbraio - 1996 , Arezzo , Silvana Editoriale , 1996 ) .
Al dì 16 febbraio 1796 comparve personalmente anzi fatta venire donna Domitilla del fu Pietro Bianchini sposata Bottarelli , di questa città di Arezzo , di anni 35 , quattro figli , tre maschi e una femmina , come casiera dell' Ospizio degli eremiti camaldolesi di questa città, abitante in casa presso detto ospizio per servirlo opportunamente, alla quale perciò deferito il giuramento di dire la verità ... .
A domanda risponde : Io sono come ho detto casiera abitante in una casa presso l' Ospizio di Camaldoli e servo ancora in qualità di venditora di vino alla cantina di detto Ospizio.
Se sappia la causa di questo suo richiamo : Io mi immagino di essere stata chiamata per il caso avvenuto ieri sera nella cantina di detto Ospizio ove io mi ritrovavo a vendere il vino .
Che caso accadesse ieri sera in detta cantina : Conviene che io mi rifaccia da qualche giorno indietro , come essendovi in detta cantina una immagine di coccio inverniciata che avevo veduto sempre affumicata e di un colore nericcio , raccomandandomi a questa immagine della SS. Vergine il giorno dopo il terremoto più gagliardo accaduto nella notte del quattro veniente al dì cinque febbraio 1796, mi parve che il volto di detta immagine si mutasse di fisionomia e mi sembrò più addolorato e più triste, ma io lo attribuì all'apprensione e paura che avevo concepita per il terremoto accaduto. Da detto giorno in qua che fu il sabato sei del corrente febbraio tanto la mattina che il giorno portandomi e intrattenendomi in cantina ho fatta osservazione di detta immagine nell'atto di dire delle Ave Marie. In tutte dette occasioni mi è sembrato sempre scoprire di vederla nel volto rattristata , sebbene per certo posso deporre che sempre ho veduta la detta immagine affumicata perché posta nel muro appunto sopra il focolare che serve per fare le stufe alle botti in occasione della svinatura . La stessa alterazione a me sembrata in detto volto seguitai a vederla in detta Immagine tutta la Domenica prossima scorsa e tutto il giorno di ieri lunedì 15 detto corrente e sempre triste e affumicata .
Solamente alle ore quattro dello stesso giorno di ieri quindici del corrente , essendo comparso in detta cantina un tale Scarpino, garzone della Compagnia di santa Caterina , un tale Giuseppe garzone della Compagnia di San Domenico e un certo Tanti, che abita nel gabellino della Porta di San Clemente, figlio del servitore del signor Iacinto Fossombroni, mi chiesero da bevere un boccale di vino. Siccome detto Tanti era solito ogni giorno e ogni sera venire alla cantina ed essendo di statura un poco alta, facevo accendere un lume che tenevo ogni sera fino a che stavo in cantina acceso in una mensola davanti a detta immagine, oltre quello che tenevo per far lume alla cantina. Così dissi al detto Tanti che accendesse il detto lume come infatti egli fece come aveva fatto altre volte. Acceso il detto lume egli si pose a bevere con gli altri suoi compagni e nell'atto che bevevano si diedero a barzellettare e a ridere fra loro e nell'istesso da una cosa e all'altra entrarono a parlare dei terremoti sentiti nei giorni antecedenti .
In questo, detto Tanti si voltò a questa immagine esclamando: "oh! Santisssima Vergine", e voltando agli altri e a me disse: "Diciamo le litanie" . Ci mettemmo tutti insieme noi quattro in ginocchio davanti a detta immagine e dicemmo le litanie . Dopo le litanie dicemmo dei Pater Noster e nell'atto che dicevamo queste orazioni essendo io col capo posato sopra lo scaldino che tenevo in mano sopra a una panca davanti alla quale mi ero inginocchiata, detto Tanti disse : "Oh Santissima Vergine, guardate guardate come è abbellita la Madonna" . Io allora alzai il capo come fecero anche gli altri due sopradetti e veddi la detta immagine non più affumicata e annerita come era per prima e come l'avevo fino a ieri sempre veduta, ma bensì candida e ripulita tanto nel volto quanto nel rimanente del quadro che rappresenta la veste colorita. E oltre a ciò, veddi in quell'atto comparire attorno al volto di detta Immagine , come un raggio o una fascia di color d'oro e rilucente e una stelletta sopra l'occhio destro e un'altra presso la bocca nell'orlo della guancia similmente destra . Queste medesime cose osservarono ancora gli altri tre che erano meco soprannominati.Per osservare però se questo raggio e stelle comparse procedessero dal riverbero del lume acceso posto dinanzi all' immagine il detto Tanti levò il detto lume e lo nascose sotto la mensola lasciando così all' oscuro la detta immagine, ma nonostante il detto raggio e stellette da me sopra indicate continuarono a vedersi da me, dal detto Tanti e dagli altri due sopranominati e da altre persone che sopravvennero e per comprare il vino che non sapevano il successo e poi ancora da altri che accorsero per la voce sparsa di ciò che a noi accadde.
Per quanto tempo continuasti a vedersi in detta Immagine attorno al volto e in detto volto della Madonna il detto raggio o fascia e dette stellette , come hai detto :
Fino alle ore dieci di iersera che io mi trattenni nella cantina continuai a vedere intorno al volto e sul volto di detta Immagine il raggio e le stellette da me indicate .
Se sappia se altre persone vedessero e continuassero a vedere come dice di aver veduto lei il detto raggio e stellette intorno al volto e sul volto di detta immagine :
Siccome vi era accorso del popolo, così veddono e continuarono a vedere il detto raggio e le stellette non solo il detto Tanti e Scarpino e Giuseppe garzoni sopranominati ma anche Sebastiano Mori e la Francesca sua moglie, Nicolò Bottarelli mio marito, che chiamai , quale avendo veduto candida e pulita detta Immagine avendogli io detto il successo, mi interrogò che io l'avessi lavata giacché prima l'aveva sempre veduta anch'esso affumicata e annerita. Vi fu ancora che vidde tutto ciò come una certa donna detta Priora che abita nella vicinanza dell' Ospizio ed essendo pratica di detta cantina, avendo molte volte veduta detta immagine sempre affumicata nell'essere venuta ieri sera circa le ore 24 e mezza e veduta detta Immagine cambiata e divenuta candida e nitida, si fece meraviglia e si messe a piangere dirottamente ...
3. La devozione alla Madonna del Conforto, rappresenta una accezione (solo spirituale ma non figurativo-iconografica) della devozione aretina più antica (spirituale e figurativo-iconografica) , alla Madonna della Misericordia .
Questo titolo bellissimo di Madre del Conforto , seppure cattolicamente universale , è tuttavia specifico della spiritualità mariana aretina (o del principale modo aretino di venerare la Madonna) , ed è unicamente celebrato nel Santuario della cattedrale :
nonostante che siano diversi i santuari mariani nella Diocesi di Arezzo , Cortona e Sansepolcro , nessuno assume il titolo di Madonna del Conforto : al massimo si ha la Madonna delle Lacrime della SS. Annunziata o la Madonna della Misericordia o Madre di Misericordia di Santa Maria delle Grazie ; o Maria SS. del Patrocinio a Castelnuovo Berardenga .
Avviene dunque che nella Diocesi di Arezzo , Cortona e Sansepolcro, sebbene si veneri ovunque la Madonna in abbondanza , tuttavia, come si conviene in parte al capoluogo , fu per prima la sola città di Arezzo (anziché il resto delle genti diocesane nei centri minori e villaggi) , ad esprimere pittoricamente l'aspetto consolante o confortante della potente intercessione di Maria :
e questa visione , Arezzo espresse certo su suggerimento dai Vangeli e forse da testi liturgici e didascalici (da investigare); ma specialmente espresse mediante la rappresentazione pittorica della Madonna della Misericordia .
Ad Arezzo il motivo della Madonna della Misericordia ha origini antiche tre-quattrocentesche , e oltre ad esser frequente , è anche costante dal lato iconografico : cioè rappresenta sempre una Madonna gigantesca che col suo mantello aperto accoglie il popolo e vari santi , di volta in volta evidenziati in primo piano rispetto alla folla :
abbiamo dunque al Museo Statale d'arte Medievale e Moderna , la 1. Madonna della Misericordia di Giovanni d' Agnolo di Balduccio (1370 ca - 1372) del 1414 , affresco proveniente dall'exoratorio di S. Maria Novella aretina (Foto 6); la 2. Madonna della Misericordia coi santi Lorentino e Pergentino di Parri di Spinello (1387-1453) del 1437; tempera su tavola proveniente dalla chiesa dei santi Lorentino e Pergentino entro le mura (Foto 10 e 1); la 3. Madonna della Misericordia di Parri di Spinello , incastonata nell'altare di S. Maria delle Grazie , eseguita tra il 1428-31(Foto 3); 4.la Madonna della Misericordia di Neri di Bicci (1419-91) , del 1457, proveniente dal santuario di Santa Maria delle Grazie (Foto 11); 5.la Madonna della Misericordia di Domenico Pecori (1387-1453), affresco frammentario del 1510-20 ca , proveniente dal Palazzo della Fraternita dei Laici ; 6.la Madonna della Misericordia del medesimo Pecori , tempera in olio su tavola centinata , posteriore all'affresco precedente , proveniente da Santa Maria della Pieve ; 7. la Madonna della Misericordia di Giorgio Vasari (1511-74), oggi al Museo Diocesano , databile intorno al 1565... (Foto 4).
Questa predilezione aretina per la Madonna della Misericordia, che talvolta contagia anche i paesi vicini (come fa ad es. con la 8 Madonna della Misericordia , Piero della Francesca a Sansepolcro ... -Foto 9-) , trovò pertanto nel miracolo del 1796 quale rimedio contro il terremoto e la generale condizione dei cristiani peccatori , una occasione ulteriore di scuotimento, focalizzazione e sviluppo , si che in ambito spirituale e non più figurativo come in passato , la Madre della Misericordia finì per esser trasformata allora in Madre del Conforto .