11-1-03
Carissimo amico ,
mi dicono che è partito quel piccolo e grande uomo di nome Terzilio .
Che perdita!
Egli era tanto presto quanto accorto , nel riempire le giornate di lavoro e amor familiare esemplari . Amava invero la famiglia , da capresano , cioè non proprio di un amore ordinario e basta , ma sembra a me di un amore così tenace , da imporsi agli occhi di tutto Caprese , e del mondo restante che talvolta incidentalmente pure dallo stesso Caprese , poteva passare ; e con questa tenacia vinse la povertà e la miseria , e inventò quotidianamente ricchezza e benessere , dentro la generale ricostruzione e rinascita italiana del dopoguerra .
Terzilio murava dunque pazientemente pietra su pietra , mattone su mattone , per dare un giorno e prima possibile , tutto ciò che poteva , a figlio e nipoti; e lo faceva sempre con ardore : egli impavido di scalpello , scalfiva generosamente la breccia valtiberina più dura , per costruire ai suoi familiari , il futuro più morbido , comodo e brillante , possibilmente duraturo e indistruttibile , anche se ciò avesse voluto dire per lui , morire dalla fatica , o nascere eternamente prima , nonostante la gioia terrena della meta migliore già raggiunta , sia familiare che temporale .
Ti saluto dunque , o impavido paesano che discretamente e a mia insaputa , partisti in eterno; e ti ringrazio di cuore , perché laborioso e buono quando vivesti , sarai certamente ancora più buono e ancora più laborioso e utile per sempre , lassù in cielo , al cospetto di Dio , mentre implori benedizioni e ogni bene , per tutti noi , guardandoci e comprendendoci santamente ancor più e ancor meglio di quando , pure col corpo , eri quaggiù , similmente acuto e comprensivo , sulla terra .
Fine